IL NUCLEARE FA MENO PAURA AGLI ITALIANI. NUOVI IMPIANTI O MINI-REATTORI ANCHE NELLA TRANSIZIONE VERDE

L’energia nucleare non fa più paura agli italiani o ne fa meno di una volta. Non solo una storica associazione antinucleare come “Amici della Terra” durante il suo recente Congresso è passata dal no al si, ma anche una buona parte della popolazione dice che è ora di rivedere vecchie posizioni.

La Società SWG, in un sondaggio della settimana scorsa, ci dice che il 51% degli italiani oggi voterebbe “Sì” a un referendum sul nucleare. Sei cittadini su dieci, tutti  maggiorenni, sono a favore alla costruzione di nuovi impianti. Gli intervistati sono espressione di un campione molto differenziato anche a livello regionale. I dati elaborati ci danno anche una lezione informativa. Si sbaglia quando si ritiene che gli italiani non sappiano abbastanza delle strategie energetiche nazionali. Nel caso delle future centrali, si apprende che tutti vogliono centrali di nuova generazione, di pari passo con la ricerca.

Gli intervistati sanno di cosa parlano, sia per i grandi reattori di terza e quarta generazione, che per gli Small Modular Reactors, gli Advanced Modular Reactors o i Micro Modular Reactors. Li ritengono green oltre il 70% degli intervistati. Il punto vero è che l’Italia dopo i referendum che rigettarono qualsiasi ipotesi di energia elettrica da nucleare, ora somiglia a un gambero che cammina. Non è azzardato ipotizzare che molti giovani pensino anche a forme di auto-produzione eletrica, con una mini centrale piazzata in giardino che non ha emissioni.

Occasione per fare soldi

Dal punto di vista della collocazione dei grandi impianti non sono pochi coloro che vedono il nucleare diffuso sul territorio come un buon affare economico e sociale. Intanto per le compensazioni economiche che le leggi consentono, ma poi per gli effetti sull’occupazione. La stragrande maggioranza la pensa così. Il sondaggio presentato a Milano durante l’Intelligence Week indica una nuova maturità e si rivolge alle forze politiche per accelerare ricerca e applicazioni possibili sia su scala industriale che civile.

A Milano si fa il punto anche sull’utilizzo del nucleare come fonte energetica complementare alle rinnovabili e come sostegno alle industrie energivore e alle comunità isolate. Lo schema di transizione energetica europea, sotto la spinta della Francia, ha già fatto questi passi alla ricerca di forme di finanziamento pubbliche o private. Ciò che manca è una Terra Power, società di Bill Gates, che ha raccolto un miliardo di dollari da privati cittadini e che sta costruendo reattori Natrium, raffreddati con sodio liquido. Non ce l’abbiamo in Europa e in Italia. Può darsi che sondaggi come questo di SWG facciano venire l’idea a qualcuno.

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