TECHNOPROBE, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER TESTARE I SUPER-CHIP

«Fai attenzione, se inciampi e ti cade “fai fuori” un appartamento». Una battuta, quella che circola lungo le linee di assemblaggio, ma fino ad un certo punto. Perché maneggiando le schede di test prodotte da Technoprobe, i tecnici del gruppo hi-tech lombardo si trovano in effetti sul palmo di mano oggetti da centinaia di migliaia di euro, la frontiera della tecnologia per quanto riguarda gli strumenti di test dei circuiti dell’elettronica globale. Dove in particolare è in crescita vertiginosa il segmento dei chip iperveloci, 22 miliardi di dollari che in cinque anni diventeranno nelle previsioni almeno il quadruplo.

«Tra i trend più dirompenti - spiega il vicepresidente per il centro di eccellenza del gruppo Davide Appello - c’è senz’altro lo sviluppo di microprocessori di grande potenza, quelli che consentono la diffusione dell’intelligenza artificiale. E in quel segmento abbiamo in effetti dei volumi in forte progresso». In un certo senso, dunque, algoritmi e schemi di apprendimento evoluti creati grazie ai chip di NVidia o di altri big dei microprocessori, sono in parte made in Cernusco Lombardone (Lecco), sede principale della multinazionale lombarda che dopo la quotazione in Borsa ha raggiunto una capitalizzazione stellare da 4,5 miliardi, realizzando oltre 400 milioni di ricavi lo scorso anno.

Cifra legata al business di nicchia presidiato, schede di test che analizzano rapidamente i contatti dei chip lungo le linee di assemblaggio per anticipare errori ed eliminare oggetti difettosi.

«In pochi millimetri quadrati - spiega Appello - i processori più avanzati presentano anche 100mila contatti. Ma la difficoltà con i chip dedicati all’intelligenza artificiale è anche legata alla quantità di potenza coinvolta, che deve essere dissipata senza danni. Ecco perché mettendo insieme potenza, corrente e densità, dobbiamo affrontare sfide tecnologiche non banali».

Intelligenza artificiale che il gruppo utilizza però anche direttamente al proprio interno, per migliorare la qualità della produzione e ridurre la difettosità dei prodotti. «L’analisi ottica dei difetti è lo strumento principale - spiega Appello - ma abbiamo deciso di andare oltre l’attività umana, costruendo algoritmi di riconoscimento. In passato si passavano ore ed ore al microscopio, in un lavoro pesante sia dal punto di vista fisico che soprattutto mentale. Adesso il lavoro dell’operatore cambia, perché è l’uomo ad istruire la macchina a riconoscere i problemi, riservandosi quindi l’attività strettamente intellettuale e contribuendo così a ridurre in modo drastico gli errori».

A lavorare alle applicazioni di automazione e di intelligenza artificiale è un team interno di 25 persone, composto in prevalenza da matematici, data scientist, ingegneri software. «In queste aree continuiamo a crescere - spiega Appello - ma in realtà la ricerca interna non basta mai e quindi continuiamo ad attivare collaborazioni esterne, ad esempio con università e centri di ricerca. Ciò che appare evidente, è che uno dei limiti alla crescita in questo ambito già ora e anche in prospettiva, è rappresentato dalla scarsità dei profili disponibili sul mercato».

Le azioni di sviluppo di algoritmi complessi in Technoprobe non si fermano qui e procedono in nuove direzioni, in primis puntando a semplificare l’estrazione delle informazioni chiave all’interno di un materiale tecnico sterminato. «Produciamo una documentazione amplissima - aggiunge il manager - sia rivolta ai clienti che in ambito interno. Quello che stiamo cercando di fare è trovare una strada veloce per consentire all’utente di ottenere rapidamente ciò che cerca con poche semplici interrogazioni».

La crescita delle applicazioni digitali, che ormai abbracciano ogni settore, rilancia in generale le prospettive del gruppo, che nel 2023 ha sviluppato ricavi per oltre 400 milioni di euro, con utili consolidati per quasi 100 milioni (120 nella capogruppo). Crescita ottenuta nel tempo in particolare proprio grazie all’innovazione, sintetizzata negli oltre 600 brevetti proprietari detenuti, che consentono al gruppo di ritagliarsi una posizione di leadership globale nella nicchia ad alta tecnologia delle schede di test per microprocessori.

L’Area Studi Mediobanca, nell’ultimo studio sulle Principali Società Italiane, ha innalzato Technoprobe al primo posto nella classifica delle aziende più dinamiche del “Quarto Capitalismo”, ossia quelle della fascia dimensionale intermedia nel sistema economico italiano, cresciute maggiormente per fatturato e redditività. Nata nel 1996, con una quota di export che supera ampiamente il 90%, ha il suo headquarter a Cernusco Lombardone (Lc), conta 21 sedi a livello mondiale e 4 centri di ricerca.

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