BONUS BABBO NATALE, 100 EURO LORDI ALLE FAMIGLIE A REDDITO BASSO. DETRAZIONI E ASSEGNO UNICO, IL PIANO DEL GOVERNO

La spesa netta in crescita ad un ritmo medio vicino all'1,5%. Il deficit in discesa sotto il 3% nel 2026. E il debito proiettato verso una stabilizzazione. È intorno a questi numeri che prendono forma, nel Piano strutturale di bilancio (Psb), la traiettoria di spesa e il percorso di rientro dal deficit eccessivo che l'Italia si prepara a sottoporre all'esame dell'Europa.

L'Italia all'esame Europa

Lo schema del Psb, corredato dalle riforme necessarie per estendere l'aggiustamento su 7 anni, è stato esaminato dal consiglio dei ministri. Ma il quadro sarà definito solo tra una settimana, una volta recepita la revisione statistica dell'Istat sui conti annuali. 

Detrazioni e assegno unico

Nel percorso di avvicinamento alla manovra non si ferma intanto il dibattito sulle misure. C'è innanzitutto la volontà di «dare un segnale sul fronte delle famiglie», spiega il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, e le strade sono quella delle detrazioni e quella dell'assegno unico. Sul sostegno per le famiglie spunta l'ipotesi che venga escluso chi lo riceve senza presentare l'Isee, che oggi incassa la quota minima di 57 euro. Ma il Mef smentisce: al Ministero l'ipotesi «non esiste». 

Bonus Befana o Babbo Natale?

Prende quota intanto la possibilità che il bonus Befana venga anticipato a Natale. «Diventerà bonus Babbo Natale», scherza Leo, confermando che si sta valutando l'ipotesi che il contributo una tantum di 100 euro lordi alle famiglie con redditi fino a 28mila euro venga inserito nel dl omnibus all'esame del Senato.

E sempre con un emendamento del governo al dl potrebbe essere affrontato anche il tema dell'emergenza degli assalti ai medici. Insieme alle misure, si lavora alle tabelle definitive del Psb, il cui schema è stato presentato oggi in cdm. Il nuovo documento di finanza pubblica previsto dalla riforma del Patto di stabilità Ue contiene innanzitutto la traiettoria di spesa netta, il nuovo indicatore univoco sottoposto alla sorveglianza della Commissione. 

Il rientro dal disavanzo eccessivo

Nell'orizzonte temporale considerato dal Piano, il tasso di crescita si attesterà su un valore medio prossimo all'1,5%, «in linea con le aspettative delle autorità europee», puntualizza il Mef. Che ribadendo l'impegno del governo per una «politica fiscale prudente e responsabile», promette un percorso di rientro dal disavanzo eccessivo «realisticamente più ambizioso» di quello prefigurato dall'Ue nella traiettoria tecnica: l'impegno, che verrà messo nero su bianco nel Psb, è di scendere sotto la soglia del 3% del rapporto deficit/Pil già nel 2026. Una sfida non da poco, se si pensa che nel Def di aprile, che indicava solo gli obiettivi tendenziali, cioè a politiche invariate, il deficit 2026 è già al 3%.

 

Un aiuto dal Pil

Se anche il Pil dovesse dare un aiuto, bisogna considerare che tra due anni si riproporrà il problema di trovare spazi per rifinanziare misure come il taglio del cuneo, che non è strutturale. Il percorso proposto nel Psb, comunque, sostiene il Mef, consentirà dopo il 2026 di «garantire la stabilità del debito pubblico italiano e permettere alla finanza pubblica di affrontare con maggiore efficacia le sfide future». 

Riforma del catasto: a che punto siamo

Il Piano fissa anche le linee strategiche relative alle riforme e agli investimenti che il governo ritiene di realizzare nell'orizzonte di riferimento, in particolare quelle funzionali all'estensione da 4 a 7 anni del periodo di aggiustamento. Ci saranno quelle che si inseriscono nel solco del Pnrr, come riforma della Pa, della giustizia, miglioramento dell'ambiente imprenditoriale, compliance fiscale. Non ci sarà invece la riforma del catasto, un nodo che il governo intende lasciare accantonato: «No, no, del catasto non si tocca niente», chiarisce Leo. 

I prossimi step

l quadro del Psb sarà completo solo tra una settimana. Dopo cioè che saranno state recepite le revisioni statistiche che l'Istat diffonderà lunedì 23 settembre. A quel punto il governo incontrerà le parti sociali, il 25, ed è possibile negli stessi giorni anche un nuovo passaggio in cdm, prima di trasmettere il documento alle Camere. Dopo l'esame parlamentare il Psb partirà quindi alla volta di Bruxelles. Che ha già messo in conto i ritardi di diversi paesi e che attende i piani prima del 15 ottobre. Data già cerchiata in rosso per l'invio del Documento programmatico di bilancio.

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