ASSEGNO UNICO, ARRIVA IL CONGUAGLIO: CHI PERDERà SOLDI?

L’assegno unico di maggio suscita domande su chi guadagna e chi perde con il conguaglio. Alcune famiglie rischiano di dover restituire soldi, mentre altre riceveranno somme aggiuntive. Questi cambiamenti dipendono dalla Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e da una modifica dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) nel corso dell’anno.

Il conguaglio dell’assegno unico rappresenta la differenza tra l’importo percepito dalla famiglia e quello che spetta loro. L’INPS verifica se i beneficiari del sostegno soddisfano ancora i requisiti per riceverlo nella misura inizialmente riconosciuta. Come? Valutando le condizioni sociali ed economiche della famiglia a partire dalla presentazione della DSU e dell’ISEE. Successivamente, se necessario, viene rivista la misura dell’assegno, sia diminuendola che aumentandola.

Ciò avviene perché nel corso dell’anno, ad esempio a causa di nuove nascite, la cosiddetta “condizione equivalente” di una famiglia può cambiare. Di conseguenza, le famiglie potrebbero ricevere un importo maggiore o dover restituire parte di quanto già ricevuto.

Assegno unico conguaglio: chi ne risentirà?

Il 26 maggio, l’INPS ha comunicato che verrà effettuato un conguaglio alla fine dell’anno. Cosa comprende questo conguaglio? La revisione di tutti gli importi mensili a partire da marzo 2022. Come avviene? Attraverso il ricalcolo degli importi effettivamente dovuti e il confronto con gli importi già liquidati nel corso dell’anno 2022, tenendo conto anche delle mensilità erogate nei primi mesi del 2023.

Quali sono le conseguenze di questo conguaglio? Se la revisione degli importi comporta un aumento delle somme in favore del cittadino, queste verranno liquidate in aggiunta alle quote normalmente percepite a partire dalla rata di aprile 2023.

Se invece la revisione comporta una riduzione delle somme, l’INPS procederà al recupero del denaro indebitamente erogato a partire dalla mensilità di aprile 2023. Se possibile, si privilegerà la compensazione degli importi con le rate future. Tuttavia, queste verifiche possono richiedere tempo e causare ritardi nel pagamento.

Può succedere che, a seguito del conguaglio, l’INPS scopra che alcune somme già riconosciute e incassate dalle famiglie sono state erogate indebitamente. Pertanto, tali somme saranno oggetto di recupero, noto come “conguagli a debito”. Ad esempio, nel caso di un ricalcolo dell’importo dell’Assegno Unico erogato nella mensilità di marzo 2022, potrebbe emergere la necessità di recuperare un importo indebitamente percepito a causa di una disposizione transitoria che non è più valida.

2023-05-29T12:13:57Z dg43tfdfdgfd