SALONE DEL MOBILE: EXPORT SISTEMA CASA SUPERA I 36 MILIARDI TRAINATO DALL’ALTA E ALTISSIMA GAMMA. BOOM ARREDO E CASALINGHI

Il Salone del Mobile di Milano, che si apre oggi 16 aprile, chiude un quadrimestre determinante per l’export del made in Italy dell’intero Sistema Casa, perché alle quattro più importanti kermesse mondiali di questi primi mesi è stato misurato l’indice di gradimento dei prodotti italiani. In termini di export, come dichiara a FIRSTonline Marcello Antonioni di Studiabo, i prodotti italiani dell’intero Sistema Casa nel 2023 hanno superato i 36 miliardi di euro. Con buone prospettiva per l’anno in corso, nonostante un generale rallentamento dei consumi. Perché, sempre in base ai dati di Studiabo, le vendite italiane sui mercati mondiali continuano a salire di valore ormai da anni grazie all’aumento della quota dei prodotti di fascia Premium. Oltre all’arredamento – indoor, outdoor, casa, ufficio, comunità – seguono questa tendenza di progressiva valorizzazione anche tutte le tipologie di casalinghi, i sanitari, i rivestimenti, i pavimenti, il tessile per la casa, l’illuminazione e gli elettrodomestici. Tipologie che fanno parte, per convenzione, del gigantesco Sistema Casa.

Sistema Casa e sistema Moda

Il Sistema Moda si colloca al primo posto con un valore nettamente superiore, di 75 miliardi di euro, ma l’italianità della proprietà è superiore per quanto riguarda la casa. Da sottolineare che ambedue i comparti, come peraltro quello del Food, sono così forti perché hanno mantenuto gran parte della produzione in Italia. Il valore del made in Italy dei tre giganteschi comparti viene del resto collegato dai compratori di tutto il mondo proprio al fatto che si tratta di “fabbricato in Italia”. Il che dimostra una volta per tutte che spesso le delocalizzazioni non sono la scelta migliore per mantenere valore e prospettive future.

Un export crescente in valore 

Non siamo lontani dal traguardo clamoroso secondo il quale oltre la metà dell’export dell’intero Sistema Casa sarà a breve costituito da merci di alta e altissima gamma con alcuni comparti dei casalinghi che raggiungono addirittura il 90 per cento delle vendite estere. Il che significa maggiori entrate per le aziende e per i conti del Paese. Tenendo conto che è più facile individuare le fasce di prezzo dei casalinghi, ben più complicato appare farlo per altri prodotti della casa. Ma per esempio per i divani e le poltrone Studiabo ha analizzato con buona precisione il segmento Premium. “Nel 2023 le vendite italiane all’estero di divani e poltrone sulle fasce di prezzo più elevate – conferma infatti Antonioni – hanno raggiunto la cifra record di 1,7 miliardi di euro, facendo dell’Italia di gran lunga il primo esportatore mondiale sui segmenti Premium-price (ampiamente davanti a Stati Uniti e Germania). La stessa fascia molto alta è la prerogativa delle vendite delle cucine (mobili e elettrodomestici) italiane sia per l’interno che per l’esterno dell’abitazione”. E del resto la prestigiosa Bibbia del Real Estate miliardario Usa, Mansion Global, indica spesso come valore aggiunto di una residenza luxury proprio la presenza di una sala-cucina o di una cucina patio, fabbricata in Italia. 

“Inoltre, va evidenziato- sottolinea Antonioni – come, dalla pandemia ad oggi (periodo 2020-2023), l’export italiano di divani e poltrone abbia saputo evidenziare i maggiori incrementi assoluti sui segmenti premium-price (+448 milioni di euro), precedendo per magnitudine i contestuali aumenti di Cina (+172 milioni di euro), Cambogia (+127 milioni di euro), Thailandia (+89 milioni di euro) e Stati Uniti (+88 milioni di euro)”.

Estremamente interessante anche il trend degli apparecchi e degli arredi per ristoranti, alberghi, bar, villaggi turistici, navi, aerei: le location di classe  devono avere corredi, arredi e attrezzature italiani. , per il brand e per l’origine del prodotto. E così che il comparto professionale vanta oltre il 70 per cento di export con prodotti sofisticati. 

La mise en place è italiana

Del tutto trascurato dai media è il settore degli articoli casalinghi che vantano, nell’insieme, una quota di export del 68 per cento, ma con punte – come abbiamo scritto – del 90 per cento. Nel 2023 le vendite sui mercati mondiali sono aumentate del 1,8 per cento, a fronte delle contrazioni generalizzate degli articoli per la casa, e con un record di crescita della Francia che è diventato il Paese che più acquista il made in Italy. Si tratta di coltellerie, posaterie, pentole e vasellame metallico per la cucina e per arredare la tavola, quella mise en place che l’arrivo dalla Cina di prodotti di bassa qualità aveva messo in crisi ma che, sempre grazie al design, alle lavorazioni e alle finiture esclusive, torna a vendere sui mercati internazionali grazie alla miriade di aziende artigianali.

Mobili e arredi, chi spende di più in Europa?

Una recente ricerca dell’Osservatorio Compass, società di credito al consumo di Mediobanca, ha resi i risultati su quanto la famiglia italiana intende spendere nel 2024 per l’arredo della casa. Se qualche anno fa, prima cioè degli ecobonus di varia entità e tipologia, la spesa media italiana era inferiore a quella tedesca e a quella svizzera (la più alta), durante e dopo il Covid gli acquisti per la propria abitazione sono decollati. E, nonostante l’inflazione, il rincaro dei listini e le pesanti incertezze geopolitiche – o forse proprio per queste – le intenzioni delle famiglie per i prossimi 12 mesi – crive  il report Compass – indicano un trend in netta ascesa, sino alla rispettabile cifra di 1.600 euro. E a spendere di più sono i proprietari (77 per cento, soprattutto boomer): due su tre pensano infatti all’abitazione acquistata come soluzione stabile da arredare e attrezzare scegliendo il meglio, ricorrendo in modo crescente alle formule innovative e tradizionali di credito al consumo e dilazioni di pagamento. Spende meno chi abita in affitto, e cioè i giovani, che anzi, tendono come i loro coetanei europei, a cambiare facilmente abitazione. E spendono, ovviamente, meno. Per tutti si conferma ancora una volta il grande cambiamento dei gusti, delle richieste e delle scelte delle famiglie, avvenuto a seguito del periodo del pesante isolamento del Covid: una casa con l’outdoor. “Cercano più verde, un terrazzo o un giardino, per il 23% di coloro che abitano in città con più di 100.000 abitanti, mentre per i Boomer il desiderio sarebbe di passare ad una metratura inferiore, più facile da gestire (18%)”.

Crediti al consumo e facilitazioni favoriscono gli acquisti 

Nonostante il boom dell’e-commerce (scelto per la convenienza e da chi è in affitto), il punto vendita fisico rimane – sottolinea la ricerca – saldamente la prima scelta, con il 76% delle preferenze (rispetto al 49% dei canali online). I canali preferiti sono quelli tradizionali, le grandi catene dell’arredamento, nelle metropoli, mentre nei piccoli centri le famiglie ricorrono all’artigiano. E sta diventando sempre più praticato il Buy New Pay Later, cioè pagare in quote mensili senza interessi né oneri aggiunti, così è possibile ampliare la gamma dei prodotti e permettersi acquisti di mobili di pregio. La modalità di pagamento più diffusa è ancora il pagamento al momento dell’acquisto (56%), soprattutto per importi contenuti. Al crescere della spesa, cresce però il ricorso a pagamenti dilazionati nel tempo (44%). In un mercato in cui il singolo scontrino può superare facilmente i mille euro, il credito al consumo diventa un’opportunità irrinunciabile. I mobili TV e i relativi accessori sono gli arredi più richiesti, mentre per quanto riguarda lo stile, è il design contemporaneo a guidare le scelte per il 24 per cento ma una parte rilevante del budget per la casa è destinata agli elementi per le camere da letto e ai sistemi di allarme. 

“A questo proposito, elaborazioni Compass su dati Crif mostrano – riferisce la ricerca – che le erogazioni di credito al consumo tramite dealer convenzionati nel 2023 hanno superato in Italia i 28 miliardi di euro (+13,5% sul 2022). Il settore dell’arredamento vale circa l’8% del totale erogato, per un ammontare pari a circa €2,4 miliardi(+6,7%). Prendendo in considerazione soltanto le grandi catene d’arredamento, il ticket medio è di €2.140, per un totale di 305mila operazioni finanziate”. 

Più ottimisti gli italiani degli europei 

I rivenditori del comparto sembrano guardare con fiducia al proprio giro di affari e alla congiuntura economica e ben il 42% dichiara di chiudere l’anno con un incremento delle vendite rispetto al 2023. La sostenibilità ambientale e l’innovazione sono considerati i due fattori decisivi per le scelte del consumatore italiano condivise anche dal consumatore europeo. Secondo uno studio di Research and Markets gli operatori europei ritengono che il 2024 avrà un leggero decremento delle vendite in termini reali per riprendere però a salire nel 2025. L’Italia resta il primo fornitore di mobili di design contemporaneo e di stile dell’area europea, una destinazione di fondamentale importanza per le nostre esportazioni. Il mercato europeo vale circa 110-120 miliardi di euro e rappresenta più di un quarto di quello mondiale e la domanda viene soddisfatta per il 80 per cento dalla produzione UE, costituita prevalentemente da PMI. I produttori europei – con al primo posto l’Italia – costituiscono altresì il riferimento per i trend mondiali dell’arredo soprattutto quello di fascia alta.

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