«VOLKSWAGEN PROGETTA 15MILA LICENZIAMENTI E LO STOP DI TRE IMPIANTI»

Volkswagen potrebbe decidere la chiusura di impianti di produzione ed oltre 15mila licenziamenti senza bisogno dell’approvazione del consiglio di sorveglianza. In questo caso servirebbero accantonamenti fino a 4 miliardi di euro nel quarto trimestre, hanno scritto gli analisti di Jefferies (società di investment banking e intermediazione titoli), rivelando commenti da fonti interne al gruppo tedesco.

Quanto alle trattative «I sindacati possono scioperare solo sul salario - secondo Jefferies - non sulla chiusura degli impianti o sui licenziamenti se non sono protetti da contratti», che l’azienda intende disdire. Gli attuali accordi salariali aziendali e la sicurezza del posto di lavoro in essi prevista scadranno alla fine di quest’anno. Non ci sono commenti da Wolfsburg.

Il primo produttore automobilistico europeo ha comunicato di essere orientato alla chiusura di almeno un impianto di assemblaggio e uno dedicato alla componentistica, in Germania. E di prevedere licenziamenti, mettendo fine agli accordi trentennali di garanzia dei posti di lavoro, che sarebbero scaduti nel 2029. Una decisione senza precedenti negli 87 anni di vita di Volkswagen. I vertici di Volkswagen hanno comunicato nelle scorse settimane che il piano di revisione dei costi per 10 miliardi di euro entro il 2026 non è più sufficiente viste le condizioni di mercato. Servono altri 5 miliardi per risollevare la competitività del brand che dà il nome al gruppo, per il quale il margine operativo si è ridotto al 2,6% contro l’obiettivo stabilito al 2026 del 6,5%.

Si apre una stagione di duri scontri sindacali, visto che i rappresentanti dei lavoratori pesano negli equilibri del consiglio di sorveglianza. Inoltre il Land della Bassa Sassonia possiede una quota del 20% in consiglio ed è a guida socialdemocratica.

Secondo Jefferies, Vw sta considerando la chiusura di due o tre impianti. I siti tedeschi presi in considerazione sarebbero anche di più, fino a cinque. I manager del colosso tedesco hanno rivelato agli analisti che non ci sarebbe un piano B nel caso in cui i colloqui con i sindacati per rilanciare la competitività del gruppo fallissero.

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