EUROGROUP, UTILE IN CALO MA SUBITO IL DIVIDENDO. CRESCITA NEL 2024

Utile netto e ricavi in calo, ma utile operativo ed Ebitda rettificato (+11%) in rialzo. Dividendo (il primo, la società è quotata da febbraio 2023) di 0,042 euro per azione. E ulteriore crescita e diversificazione del portafoglio ordini a 6,4 miliardi, grazie al mercato dei veicoli elettrici e dell’automotive in generale. Con prospettive di crescita dei ricavi intorno al 15% per il 2024. Si è chiuso così il 2023 di EuroGroup Laminations (EgLa), leader mondiale nella progettazione, produzione e distribuzione di statori e rotori per motori e generatori elettrici con sede a Baranzate, alle porte di Milano.

Società nata nel 1967 ma leader globale dal 2016. Un’espansione - oggi EgLa conta 13 siti produttivi di cui 7 in Italia - dovuta in gran parte alla transizione verso l’auto elettrica. Più in dettaglio i conti del 2023 dicono: utile pari a 38,6 milioni di euro, in diminuzione dell’11,8% rispetto ai 43,8 milioni del 2022; ricavi pari a 836 milioni, in calo dell’1,8%; Ebitda adjusted di 116 milioni, in rialzo dell’11,6%; Ebit pari a 80 milioni (+4,1%). L’utile di pertinenza del Gruppo è 34,1 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai 39,3 milioni del 2022.

Il Consiglio di amministrazione della società ha approvato la relazione finanziaria annuale e ha deliberato di proporre la distribuzione di un dividendo di 0,042 euro per azione, pari a circa 6,8 milioni di euro. Nel triennio la società prevede di distribuire un dividendo fino al 20% degli utili «compatibilmente con le esigenze di crescita del gruppo». «Grazie alla performance del 2023 - ha commentato l’amministratore delegato di EuroGroup Laminations, Marco Arduini - annunciamo la prima distribuzione di un dividendo da società quotata in Borsa. In aggiunta, il Consiglio di amministrazione ha approvato una politica di dividendi flessibile, sostenibile, e coerente con il nostro piano di crescita e di investimenti. Confermiamo il nostro impegno nel creare valore per gli azionisti e la fiducia nelle prospettive future della società».

Come si spiegano i risultati? Il segmento EV & Automotive di EgLa ha registrato ricavi pari a 477,3 milioni, in crescita del 50,1% rispetto al 2022 (317,9 milioni), «principalmente grazie all’aumento dei volumi di produzione su nuovi progetti legati alla crescente domanda di prodotti EV, coerentemente con l’esecuzione e l’espansione del portafoglio ordini, confermando così la leadership del Gruppo nei mercati di riferimento», si legge nella nota della società.Le criticità sono dovute al segmento Industrial, che ha registrato ricavi per 358,6 milioni, rispetto ai 533,2 milioni dello stesso periodo del 2022 (-32,7%). Un calo spiegabile principalmente con la «continua riduzione dei volumi a seguito del perdurante processo di de-stocking dei clienti del Gruppo, oltre che alla contrazione dei prezzi delle materie prime, intensificatasi a partire dal secondo trimestre dell’anno, e all’incertezza normativa per alcuni sotto-segmenti (ad esempio le pompe di calore)». L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2023 è diminuito di 148,6 milioni rispetto al 31 dicembre 2022, quando era pari a 259,4 milioni, attestandosi a 110,8 milioni, con un miglioramento della leva finanziaria.

Resta la prospettiva di un mercato, quelle delle auto elettriche, che ha appena attraversato un anno definito da tutti i ceo delle big «di transizione». Il mercato ha iniziato a dare segnali sin dalla metà del 2023, quando il settore Automotive ha perso quota e anche il titolo EuroGroup ha iniziato una discesa repentina, a cui sta seguendo una fase di assestamento. Da un prezzo iniziale di 5,50 euro il titolo (p/e 9,5) viene scambiato oggi a 3,8 euro (-31% dal debutto), dopo avere toccato i minimi a fine gennaio sotto i 3 euro.

La multinazionale di Baranzate vede però buone prospettive e dati in crescita per il 2024: ricavi tra 900 e 960 milioni, Ebitda tra 120 e 130 milioni, Capex a 80 milioni e capitale circolante netto tra 180 e 200 milioni. Tutto questo grazie a «20 avvii di produzione entro il 2025», nonostante «domanda ancora debole ed effetto negativo del pricing delle materie prime in Europa nella prima metà del 2024».

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