SEYDOU SARR A VENEZIA CON IL SOGNO NON HA COLORE

Premiato lo scorso anno per Io Capitano di Matteo Garrone, Seydou Sarr, attore senegalese, classe 2004, è tornato alla Mostra del Cinema di Venezia con un nuovo film, destinato come il primo a sensibilizzare il grande pubblico, in particolare il popolo dei tifosi di calcio, sul tema del razzismo. Il documentario di cui Seydou è protagonista s’intitola Il sogno non ha colore: presentato alle Giornate degli Autori, nella sezione Confronti, è diretto da Simone Aleandri e prodotto da Wonder Project con Rai Cinema e Lega Serie A, in partnership con Pulsee Luce e Gas, l’energy company digitale di Axpo Italia, che è anche front jersey sponsor del Genoa Cricket e Football Club e back jersey sponsor dell'Associazione Calcio Monza.

A dispetto della prestigiosa Coppa Mastroianni, il premio agli attori emergenti vinto l’anno scorso a Venezia, ad animare Seydou è infatti un sogno tutto italiano: diventare un calciatore, difensore centrale, per la precisione. Un’ambizione che coltiva da quando era ragazzino, arruolato nella squadra del suo villaggio, a pochi chilometri da Dakar. «È ancora in cima ai miei desideri», confessa il giovane attore, «anche se adesso ho scoperto di avere questo dono, devo averlo ereditato da mia madre, che era attrice di teatro. Faccio cinema, ma continuo a sognare il calcio e ad allenarmi molto. E se non succederà davvero, con questo documentario è come se una parte del sogno si fosse avverata: mi ha dato l’occasione di incontrare e confrontarmi con alcuni tra i più grandi giocatori del mondo, negli stessi stadi in cui spero ancora di giocare».

Nel film, Seydou gira l’Italia intervistando campioni come Yacine Adli, Lameck Banda, Paulo Dybala, Danilo Luiz Da Silva, Maduka Okoye e Junior Messias, che gli rammenta come i sogni servano a restare vivi. Calciatori provenienti dai quattro angoli del pianeta condividono con lui la propria storia, riflettono sul razzismo e su percorsi possibili verso l’inclusione e l’educazione alla diversità, tra palleggi rubati e consigli calcistici. Il bilancio di quegli incontri ai margini di un campo, tra un allenamento e l’altro, è unanime: come ogni sport, il calcio, che più di tutti scalda i cuori delle masse, è per sua natura una disciplina inclusiva.

«Il razzismo è un problema endemico, si respira ovunque, quindi anche nel calcio, sia tra i dilettanti che tra i professionisti», conferma, durante la presentazione del film, Omar Daffe, ora responsabile dell’ufficio antirazzismo della Lega Serie A, un tempo giocatore, costretto da una raffica di insulti a lasciare il campo durante una partita di Eccellenza. «Io però vorrei guardare al cuore di questo mondo: lo spogliatoio, dove (i colleghi professionisti lo possono testimoniare) il razzismo non trova spazio. Proveniamo da origini, etnie, religioni, generi diversi, insieme ci aiutiamo a diventare squadre, con un unico obiettivo: giocare la partita, divertirci e vincere, quando si può. Il resto non conta: di solito è gente che porta allo stadio le proprie frustrazioni e le riversa sui giocatori».

Celebrare i sogni e combattere il razzismo: con 'Il Sogno Non Ha Colore', Seydou Sarr trasforma il calcio in un campo di inclusione

Un sentimento condiviso dai ranghi più alti delle istituzioni calcistiche: «Stiamo cercando di fare il possibile», dichiara l`Ad di Lega Serie A Luigi De Siervo: «abbiamo una responsabilità forte. Il calcio è nella testa e nella vita di tutti. Cerchiamo attraverso questo messaggio di arrivare più lontano possibile, evitando i toni aggressivi, perché sarebbe il modo sbagliato di affrontare il problema. Posso dire che quello che vedete oggi è solo la punta di un iceberg».

«Questo film-documentario con con Seydou Sarr, un simbolo di consapevolezza, rispetto ed eguaglianza, è un’ulteriore dimostrazione dell’impegno e del senso di responsabilità della nostra azienda rispetto alla centralità di questi valori», conclude Alicia Lubrani, Cmo di Axpo Italia, a capo della Business unit Pulsee Luce e Gas, che ha già promosso un progetto importante a sostegno dei diritti e dell’uguaglianza, Field For Rights, quando, nel corso di uno dei due match sponsor della scorsa stagione tra AC Monza e Genoa CFC, e in occasione della 75esima Giornata Mondiale dei Diritti Umani, per la prima volta nel campionato di Serie A si sono viste due squadre scendere in campo con la stessa maglia, ricordando al mondo come, in tema di diritti umani, siamo tutti uguali. «Il ringraziamento va alla produzione, ai tanti protagonisti che si sono prestati a raccontare le loro storie», continua Lubrani, in particolare, «al Genoa CFC, che ha dato immediatamente la sua disponibilità e a Junior Messias, testimonial perfetto di un racconto che, pur rappresentando una storia di successo, sottolinea le debolezze di un sistema sociale alla cui evoluzione siamo chiamati tutti a dare un contributo».

Dopo il debutto a Venezia, Il sogno non ha colore è stato trasmesso su RAI3 ed è ora disponibile su RaiPlay.

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