TREDICIMILA AZIENDE SEQUESTRATE. IL PRIMATO DELLA CAMPANIA

(Questo post è stato scritto con Stela Gazheli – Associate partner Area Lavoro AGN, Amministratori Giudiziari Network)

Il numero di beni e aziende sequestrate in sede penale alla criminalità ha imposto negli ultimi anni continui adattamenti alla disciplina normativa riformata nel 2011 con il testo unico antimafia. Tutela dei diritti dei terzi, regolamentazione degli amministratori giudiziari, trattamento fiscale, coordinamento tra normativa antimafia e procedure esecutive individuali e concorsuali, sorte dei lavoratori dipendenti, aiuti finanziari alle aziende sottoposte a misure ablative, destinazione dei beni, solo per citarne alcuni. I beni e le aziende sottratte alla criminalità costituiscono un vero e proprio comparto dell’economia del paese e lo Stato deve farsi carico della gestione, tanto per la tutela degli asset produttivi che per i numerosissimi lavoratori coinvolti. Molteplici sono le problematiche che spaziano, in tema di aziende, dal diritto societario a quello fallimentare, passando per delicate e complesse questioni tributarie. Non senza considerare profili squisitamente manageriali e di orientamento al risultato economico, pur previsto come obiettivo dalla legge.

Il network nazionale di amministratori giudiziari AGN (Amministratori Giudiziari Network) in collaborazione con Infocamere ha aggiornato al 30 settembre 2023 i dati relativi alle aziende sequestrate alla criminalità organizzata. Sul punto non ci sono dati ufficiali dei tribunali penali perché non rilevati ovvero non centralizzati. Le imprese sequestrate sono state individuate all’interno del Registro delle Imprese con l’utilizzo di tecnologie innovative mediante strumenti di machine learning, per circoscrivere quelle che dimostrano «segnali di operatività». La ricerca ha individuato le imprese sequestrate attive, utilizzando indicatori di operatività basati su parametri 2023 molto stringenti quali il pagamento (anche parziale o tardato) del diritto annuale, l’ultimo bilancio depositato, gli addetti dichiarati, la presentazione di almeno una pratica amministrativa.

A livello nazionale si registrano 13526 imprese sequestrate, di cui 8007 attive e circa 3000 completamente operative. Con un valore della produzione cumulato di 28 miliardi di euro e oltre 80mila addetti. Con riferimento ai lavoratori, come detto in altro intervento su questo blog, nelle aziende sequestrate la verifica della regolarità dei contratti di lavoro è particolarmente importante, anche in considerazione dei controlli di legalità che incombono sugli amministratori giudiziari. La simulazione di contratti con mansioni differenti e trattamenti economici finalizzati all’evasione contributiva sono piuttosto diffusi nelle aziende sottratte alla criminalità organizzata. L’asseverazione di conformità dei rapporti di lavoro (Asse.Co) garantisce la regolarità degli stessi riducendo fortemente i rischi di accertamento e quelli di contenzioso da parte del personale dipendente.

Un’importante misura di compliance che assicura all’amministrazione giudiziaria la tranquillità di operare con contratti di lavoro regolari. Il fenomeno delle imprese sequestrate vede prevalere la loro presenza nei territori della Campania, al primo posto con 2416 imprese sequestrate, seguita da Lazio con 2167, Sicilia  con 1981 e Lombardia con 1512. Le imprese campane sequestrate e attive sono 1631 e quelle pienamente operative sono 600, con assoluta prevalenza di società di capitali che rappresentano il 75 % del totale. La graduatoria per province vede al primo posto Napoli con il 65 %, seguita da Salerno con il 15 % e Caserta con il 13 %. Il numero di addetti cumulato in Campania ammonta a 9730 e il valore della produzione supera i 2 miliardi. Il quadro che emerge dall’analisi del fenomeno per tipologia dell’attività svolta in Campania conferma il maggior grado di esposizione dei settori del commercio e delle costruzioni ai fenomeni di infiltrazione criminale. Il commercio rappresenta il 37,7% dell’universo osservato. Con il 13,5 % delle aziende appartenenti al settore delle costruzioni, i due comparti finiscono per coprire il 50 % dell’intero. Seguono le attività di ristorazione con il 10 % e quelle immobiliari con l’8%. Si tratta di numeri di tutto rispetto. Aziende che vanno mantenute sul mercato per preservare posti di lavoro, impianti e per salvaguardare il “valore economico”, a prescindere dall’esito dei procedimenti.

2023-11-20T15:24:08Z dg43tfdfdgfd