La convenzione tra lo Stato e i gestori Spid – attiva fino a oggi – potrebbe non essere rinnovata a costo zero. Infocert e Aruba, tra i principali provider, stanno già valutando di far partire un abbonamento annuale dal valore intorno ai 6 euro a partire da luglio, come riporta il Corriere della Sera.
Spid a pagamento: ecco da quando e quanto costerà. Ma la novità riguarderà solo alcuni cittadini
Il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha dichiarato: «Posso rassicurare tutti: i 40 milioni che noi eroghiamo ai provider che offrono lo Spid ci sono... la nostra idea è quella di continuare a lavorare per la carta d’identità elettronica europea, funzionerà oltre i confini del nostro paese, in una logica di gratuità».
Il Codacons ha lanciato un forte avvertimento: se lo Spid dovesse diventare a pagamento e se i finanziamenti pubblici non fossero sbloccati, «è pronta una valanga di cause risarcitorie contro lo Stato e Agid», per chiedere il rimborso delle spese sostenute dagli utenti.
La carta d’identità elettronica (CIE) si conferma un’opzione concreta. Da diversi mesi si sta registrando una crescita dell’utilizzo, favorita anche dal fatto che non richiede canoni per l’attivazione. Macitynet sottolinea che molti italiani stanno spostando la propria attenzione verso la CIE, «che si pone come un’alternativa solida allo Spid».
A partire da luglio, alcuni provider – Infocert in primis – hanno annunciato un canone annuo fissato attorno a 5,98 euro per il rinnovo dello Spid. Questo rende la CIE un’opzione «gratuita e già in rete» per l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione.
Come evidenziato da più voci, si sta profilando un percorso che porterà a un sistema unico di autenticazione: la CIE, grazie alla spinta del governo e all’assenza di costi, punta a sostituire lo Spid e a diventare l’identità digitale nazionale predominante. Il cambiamento ha una data di svolta (luglio) e possibili sviluppi legali alle spalle.
Per iniziare a utilizzare la CIE come credenziale digitale, il primo requisito è possederla. Sebbene sembri ovvio, molti cittadini hanno ancora la vecchia versione cartacea o plastificata del documento, priva di microchip. La Carta d’Identità Elettronica viene emessa dai Comuni italiani su domanda del cittadino e ha un costo che varia generalmente tra i 16 e i 27 euro, con validità decennale.
I passaggi da seguire per ottenerla sono:
Alla consegna, il cittadino riceverà anche due codici di sicurezza, PIN e PUK, fondamentali per l’uso online e da conservare con attenzione.
Una volta ricevuta la CIE, è necessario attivarla per l’utilizzo online. Servono tre strumenti:
La procedura prevede:
A questo punto, la CIE sarà pronta per autenticare l’accesso ai servizi digitali. È possibile anche usarla con un lettore smart card NFC collegato al computer, ma la modalità tramite smartphone è di gran lunga più immediata e pratica.
Con la CIE attiva, è possibile accedere ai principali portali della Pubblica Amministrazione. Un esempio concreto è il sito dell’INPS:
La stessa procedura vale per altri siti pubblici, come Agenzia delle Entrate, Fascicolo Sanitario Elettronico, ANPR, PagoPA e altri. In molti casi, la CIE viene già indicata come metodo di autenticazione preferito rispetto allo Spid.
Sostituire lo Spid con la CIE non è solo un modo per evitare un eventuale costo annuo. Ci sono ragioni più sostanziali, soprattutto in termini di protezione e compatibilità europea. I dati personali, infatti, non transitano da gestori privati ma rimangono sotto la tutela dello Stato. Inoltre, la presenza fisica della carta e l’autenticazione biometrica rendono molto più difficile il furto o la clonazione dell’identità.
Sul piano normativo, la CIE è già integrata con il sistema eIDAS dell’Unione Europea, che uniforma le identità digitali tra Stati membri. Questo rende la CIE già utilizzabile su vari portali europei, e lo sarà ancor più con l’arrivo del portafoglio digitale europeo atteso entro il 2026.
2025-06-10T18:34:17Z