Il colosso sudcoreano Samsung ha deciso di posticipare di due anni l’avvio della produzione nella sua fabbrica di chip in Texas. Nonostante il completamento del 91,8% della struttura e i generosi incentivi ricevuti dall’amministrazione Biden tramite il CHIPS Act, la produzione non inizierà prima del 2026. Questo ritardo è attribuito principalmente alla mancanza di ordini sufficienti da parte dei clienti americani.
La decisione riflette le difficoltà dell’azienda nell’intercettare la domanda statunitense, focalizzata su chip avanzati prodotti con processi a 4 nanometri e oltre. L’impianto texano, nella sua configurazione attuale, non è attrezzato per supportare questa tecnologia avanzata. Piuttosto che intraprendere costosi adeguamenti strutturali, Samsung ha scelto di temporeggiare, un approccio che sottolinea le sfide del settore nel rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato.
A complicare ulteriormente lo scenario per Samsung è il successo del suo principale concorrente, TSMC in Arizona. Il produttore taiwanese ha già conquistato clienti strategici come NVIDIA e AMD, grazie alla capacità produttiva di chip a 4nm. La fabbrica di TSMC in Arizona ha saturato la propria capacità, consolidando una posizione dominante nel mercato americano dei semiconduttori.
Per affrontare questa sfida competitiva, Samsung sta rivedendo la propria strategia. Secondo indiscrezioni, l’azienda starebbe pianificando l’introduzione di linee produttive per chip a 2nm nel suo stabilimento di Taylor.
Questo passo rappresenta un tentativo di soddisfare la domanda americana entro il 2026, periodo in cui anche TSMC dovrebbe rendere disponibile la stessa tecnologia nella sua fabbrica in Arizona. L’implementazione di questa nuova tecnologia potrebbe rappresentare un punto di svolta per Samsung nel recuperare terreno nel mercato statunitense.
Il ritardo nell’avvio della produzione evidenzia anche le complessità nell’attuazione del CHIPS Act. Sebbene il piano abbia generato entusiasmo iniziale e numerosi annunci di nuovi progetti produttivi negli Stati Uniti, la transizione verso una produzione domestica di semiconduttori si sta rivelando più ardua del previsto. Ostacoli legati alle dinamiche di mercato e alla concorrenza internazionale stanno rallentando i progressi.
2025-07-04T09:39:18Z