QUEL MOTORE MEDITERRANEO CHE è IL SUD ITALIA

Nella cornice di Sorrento, il 19 e 20 maggio, abbiamo realizzato la seconda edizione del Forum "Verso Sud: la strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socioculturale del Mediterraneo", che vede il patrocinio del Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, e il sostegno dei primari attori economico-finanziari del Paese (Intesa Sanpaolo, Ferrovie dello Stato, Philip Morris Italia, MSC Group, Adler Group, Edison, Mediocredito Centrale-Invitalia, Coldiretti).

In continuità con l’edizione 2022, è stata presentata la fotografia socio-economica del Sud Italia che, pur in un contesto di debolezza complessiva nel quadro nazionale ed europeo presenta delle potenzialità a valorizzare nella grande macro-regione del Mediterraneo.

La scelta del Mediterraneo come area di studio e di comparazione per il Sud potrebbe risultare a molti scontata ma – a partire dalla nostra scelta dello scorso anno – quello che abbiamo notato è innanzitutto un miglioramento della qualità del dibattito tra gli attori protagonisti di questo processo di co-progettazione, una fioritura di iniziative di riflessione per stimolare un nuovo ruolo di protagonismo del Sud Italia e, non per ultime, alcune buone notizie per il nostro meridione, tra cui: la piena operabilità delle ZES e un rinnovato interesse delle imprese multinazionali per le Regioni meridionali; la realizzazione di 2 Gigafactory di batterie in Campania e Molise e della più grande Gigafactory d’Europa di pannelli fotovoltaici in Sicilia; l’espansione nella produzione di microchip dei principali produttori mondiali in Sicilia e in Abruzzo; la realizzazione del primo computer quantistico d’Italia in Campania; l’avvio dei lavori per realizzare il primo spazio-porto a Grottaglie; la realizzazione di nuove infrastrutture di collegamento energetico passanti per la Puglia; i nuovi collegamenti infrastrutturali nel porto di Gioia Tauro. Da queste buone notizie, che di certo non risolvono i problemi, si può partire per continuare a tracciare una strada di investimenti pubblici e privati di sempre maggiore qualità.

Per sostanziare questo posizionamento e misurare l’attrattività e la competitività del Sud Italia nell’area, anche e soprattutto in ottica di sviluppo sostenibile, il Gruppo di Lavoro di The European House – Ambrosetti, di concerto con i membri dell’Advisory Board, ha realizzato il Mediterranean Sustainable Development Index (MSDI). L’Indice considera due perimetri geografici di confronto: i Paesi dell’area del “Mediterraneo Core” e quelli del “Mediterraneo Allargato”. Il primo include i Paesi che si affacciano direttamente sul Mar Mediterraneo (o per cui è bacino di riferimento, come per Portogallo, Serbia e Giordania) e che, in virtù di questo, condividono un percorso di sviluppo socio-economico troppo spesso sottovalutato. Questi 22 Paesi aggregano complessivamente oltre 550 milioni di abitanti e 9,4 trilioni di Dollari di PIL, pari a quasi il 10% del totale mondiale. Se si amplia l’analisi al Mediterraneo Allargato, si arriva complessivamente a 45 Paesi che generano quasi 13 trilioni di Dollari di PIL (il 13,4% del totale mondiale) e accolgono al loro interno oltre 1,2 miliardi di abitanti (15% del totale mondiale). Quest’area è da secoli un crocevia di culture e popoli.

Ai fini della realizzazione dell’Indice sono stati mappati, per i 4 domini di analisi identificati, 24 Key Performance Indicator (KPI) monitorabili su un orizzonte temporale di 10 anni, per 45 Paesi e 20 Regioni italiane: il totale delle informazioni censite comprende oltre 15.600 datapoints. Nell’Indice MSDI il Sud Italia si posiziona al 5° posto nel dominio economico (il quadro economico di ciascun Paese), al 4° posto nel dominio di dotazione (gli asset a disposizione di un territorio), al 7° posto nel dominio di innovazione e cultura (i fattori abilitanti e i pilastri dell’ecosistema dell’innovazione oltre agli asset culturali) e al 9° posto nel dominio sociale (gli aspetti legati al mercato del lavoro, l’inclusione e la coesione sociale, il welfare e la stabilità del sistema politico)

La classifica complessiva del Mediterranean Sustainable Development Index (MSDI), che aggrega la performance di ciascuna delle economie considerate nei 4 domini di analisi, posiziona il Sud Italia come 3a Regione attrattiva e competitiva tra i Paesi del Mediterraneo considerati, preceduto solo da Francia e Spagna. Con un punteggio di 0,62 (in una scala da 0=min a 1=max), supera anche la media dei Paesi del Mediterraneo Core e del Mediterraneo Allargato.

Figura. Mediterranean Sustainable Development Index (MSDI) dei principali Paesi* del Mediterraneo, 2023 (valore dell’indice relativo, da 0 = worst performer a 1 = best performer). (*) I Paesi Malta e Cipro sono inclusi nel calcolo dell’Indice (e nella media del Mediterraneo) ma non nella classifica finale in quanto outliers. Il Sud Italia è considerato come uno dei 23 Paesi.

Si tratta di un risultato che mette in evidenza alcuni punti di forza ma anche debolezza: una performance economica complessivamente positiva in quasi tutti i KPI considerati, ma con margini di miglioramento nelle scelte connesse alla politica industriale e alla valorizzazione del capitale umano nelle aree di innovazione ed inclusività sociale, una dotazione, soprattutto sotto il profilo delle rinnovabili, che ha pochi eguali nella regione e l’appartenenza ad un sistema nazionale ed internazionale (appartenenza all’UE e al sistema della Moneta Unica, …) stabile e conduttivo per gli investimenti, che vanno indirizzati nelle opportunità di crescita tecnologica e sviluppo legato alle disparità sociali e alla formazione.

Il Sud Italia, quindi, dispone di un serbatoio di risorse e competenze in linea e spesso anche superiori del contesto analizzato, ma soprattutto ha le potenzialità per candidarsi a motore ed anima di riferimento di questa geografia, a beneficio di tutta l’Italia.

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