PERCHé UN COMMISSARIO UE PER IL BENESSERE ANIMALE è UN PASSO STORICO

(a cura di Matteo Cupi, Vicepresidente di Animal Equality Europa)

Solo un anno fa le organizzazioni per la protezione degli animali hanno presentato al Parlamento e alla Commissione Ue una petizione per chiedere all’Europa di occuparsi maggiormente della protezione degli animali, rendendo questa responsabilità esplicita attraverso il riconoscimento di un commissario europeo competente. La petizione ha raccolto 310 mila firme, il sostegno di circa 60 organizzazioni per la protezione degli animali e quello di oltre 190 eurodeputati.

Oggi, con le nuove nomine dei commissari da parte della presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen, anche gli animali potranno avere voce in Europa con un commissario per la Salute e il Benessere degli animali. Nella storia dell’Unione europea è la prima volta che viene assegnata a un commissario una delega di questo tipo. Si tratta di un grande risultato: le richieste dei cittadini e delle organizzazioni per la protezione degli animali allevati a scopo alimentare sono state finalmente ascoltate.

Ora che un commissario dedicato esiste, ci auguriamo fortemente che per tutti gli animali in Europa inizi un nuovo capitolo, fatto di rispetto e protezioni sempre maggiori. L’assegnazione della delega al benessere animale al commissario europeo per la Salute, e non al commissario per l’Agricoltura, segna d’altronde un punto di svolta fondamentale. In questo modo la tutela degli animali non solo viene riconosciuta, ma viene anche associata al tema della salute pubblica e non agli interessi dell’industria alimentare che sfrutta sistematicamente gli animali negli allevamenti intensivi di tutta Europa.

Restano però dubbi riguardo la nomina del commissario Olivér Várhelyi. Un commissario ideale dovrebbe avere infatti competenze specifiche sul benessere animale, essere sensibilmente attento a queste problematiche e capace di coordinare i vari attori coinvolti. Sarà essenziale valutare il suo operato durante l’audizione, poiché al momento non abbiamo informazioni sufficienti sulla sua posizione in merito. Várhelyi non sembra tuttavia avere l’esperienza richiesta per questo ruolo, e la competenza dovrebbe essere un criterio essenziale per qualsiasi commissario europeo. Il potenziale di questo incarico è enorme e, se gestito con impegno, può produrre risultati significativi. Se Várhelyi, o qualsiasi altro candidato, non dimostrerà tale dedizione, non dovrebbe ricoprire questa posizione.

Sfruttati e maltrattati per favorire la produzione all’interno dell’industria zootecnica, centinaia di milioni di esseri senzienti soffrono ogni giorno negli allevamenti e nei macelli europei. Come abbiamo documentato attraverso il nostro pluriennale lavoro di inchiesta, dietro alla carne, al latte e agli altri derivati di origine animale esiste un sistema di costrizione estremo che condanna gli animali a sofferenze terribili, cuccioli compresi.

Parliamo di galline spennate e malate costrette a vivere in gabbia, così come di milioni di pulcini condannati a essere triturati vivi perché considerati come scarti dall’industria delle uova; di polli stipati in capannoni sovraffollati che sopravvivono poco più di 40 giorni prima di essere mandati al macello, cresciuti troppo in fretta a causa della selezione genetica a cui sono sottoposti. Ma parliamo anche di mucche martoriate dai cicli di gravidanze costanti che subiscono forzatamente per continuare a produrre latte, senza mai poter accudire i propri cuccioli. E non dobbiamo dimenticare i pesci, allevati in vasche stracolme dove malattie, parassiti e atti di cannibalismo per lo stress accumulato sono una costante.

Tutto questo deve finire. Un commissario europeo dedicato a intervenire in tema di benessere animale è chiamato a guardare in faccia la realtà disastrosa che caratterizza l’industria alimentare e a fare la differenza.

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