METSOLA: “UNITI CONTRO LA RUSSIA, ITALIA CENTRALE, ASSE CON GLI USA”

«Io e Giorgia Meloni proveniamo da tradizioni politiche diverse, ma condividiamo lo stesso obiettivo: fare in modo che l’Europa funzioni per tutti». Così la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, intervenuta ieri a Roma all’European Gala di Formiche, racconta a margine dell’evento la sua visione non solo dell’istituzione che rappresenta ma di un progetto chiamato Ue.

Presidente Metsola, nell’ultimo decennio l’euroscetticismo ha basato la propria narrazione sulle deficienze strutturali dell’Ue: in che modo il suo operato – e il costruttivo rapporto che esiste fra lei e Giorgia Meloni – stanno favorendo un nuovo ruolo per il Parlamento europeo, finalmente visto come istituzione realmente vicina ai bisogni dei cittadini?

«L’Europa è spesso percepita come troppo burocratica, troppo lenta e capace di produrre regole senza anima, a prescindere dalle sue buone intenzioni. Ma l’Europa ha un’anima: è il Parlamento europeo, l’istituzione eletta direttamente dai cittadini, che sente subito quando le cose non funzionano e lavora per correggerle. Abbandonare oggi il nostro progetto significherebbe sacrificare il futuro dei cittadini europei. È vero: abbiamo commesso errori. L’Italia è un grande Paese, qui mi sento a casa. Io e Giorgia Meloni proveniamo da tradizioni politiche diverse, ma condividiamo lo stesso obiettivo: fare in modo che l’Europa funzioni per tutti. Ripartiamo dall’orgoglio europeo: semplifichiamo le regole, investiamo nella digitalizzazione, favoriamo la reindustrializzazione, rafforziamo i legami transatlantici e completiamo la casa europea. Solo così l’Europa potrà proteggere i cittadini e offrire un futuro concreto alle generazioni che verranno».

Come sta procedendo la riunificazione balcanica, in un’area dove l’Italia può fungere da pivot?

«L’allargamento è uno degli strumenti più forti dell’Europa per la pace, la stabilità e il suo ruolo strategico internazionale. È un investimento a lungo termine nel futuro dei Balcani e dell’Europa stessa, e l’Italia lo ha sempre compreso appieno. Non esiste un percorso unico verso l’adesione: ogni Paese avanza secondo il proprio merito e l’impegno nelle riforme. Ciò che conta è che il processo resti equo, credibile e orientato ai risultati, e che la porta dell’Europa rimanga aperta per chi guarda a noi come al proprio futuro».

In un momento caratterizzato dalla nuova e insidiosa turbolenza nel Sahel, accanto a focolai di crisi come il Sudan, in che misura il Piano Mattei può portare buoni frutti, a maggior ragione se intrecciato con il Global Gateway?

«I Paesi del Sud Europa sono il ponte naturale dell’Europa verso il Sud globale – per geografia, storia e cultura. L’Italia, con la sua visione e la sua esperienza uniche, è particolarmente ben posizionata per collegare l’Europa con l’Africa e il Medio Oriente. Ma la credibilità dell’Europa dipende da come collabora con i propri vicini. Dobbiamo fidarci del Sud Europa, lasciargli prendere l’iniziativa, dialogare con gli altri e ottenere risultati. Solo così costruiremo un’Europa più forte, aperta al mondo, sicura di sé e pronta a plasmare il futuro».

Nella guerra in Ucraina si sono manifestate sovente posizioni diverse in Ue, forse orientate da chi vorrebbe creare un solco tra Stati Uniti ed Europa: in che misura il ruolo dell’Italia e di Meloni possono rappresentare il ponte certificato nelle relazioni transatlantiche? Come immagina l’evoluzione del rapporto Ue-Usa in questo nuovo contesto internazionale?

«Sì, esistono differenze di approccio tra gli Stati membri, ma nel complesso l’Ue ha mostrato fin dall’inizio un’unità straordinaria sulla Russia – qualcosa che, prima della guerra, non avrei mai pensato possibile. Abbiamo recentemente adottato il 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia, e il Parlamento europeo ha inoltre approvato il divieto totale delle importazioni di petrolio e gas dalla Russia. Queste misure, allineate a quelle degli Stati Uniti, testimoniano la forza della nostra cooperazione transatlantica. L’Italia, insieme alla presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri, ha avuto un ruolo centrale in questo percorso, sostenendo l’Ucraina e contribuendo a mantenere solide le relazioni Ue-Usa. Sono appena tornata da Washington, dove ho avuto ottimi colloqui su come rafforzare il partenariato transatlantico. Ue e Stati Uniti sono reciprocamente i principali partner economici, con scambi per 1,6 trilioni di euro all’anno. L’Italia può continuare a giocare un ruolo chiave».

Le nuove economie, che emergenti ormai non sono più, come quelle che si affacciano sull’Indopacifico, possono rappresentare per l’Ue una ghiotta opportunità di sviluppo per il futuro. Come si sta approcciando l’Europa verso Mercosur e India?

«L’Ue è già un gigante del commercio globale. Siamo il più grande blocco commerciale al mondo, un continente a tariffe zero, e dobbiamo continuare a rafforzare questa posizione. L’Europa deve restare un leader nell’esportazione di beni, servizi e idee, per sostenere la nostra economia e la competitività a lungo termine. Il nostro approccio al commercio deve produrre benefici concreti per i cittadini europei e incidere positivamente sulla loro vita quotidiana. Gli accordi con Mercosur e Messico sono ormai prossimi, e il Parlamento si esprimerà a breve. L’India è un altro partner chiave. Difenderemo sempre i nostri standard, la nostra qualità, il nostro modo europeo di fare le cose. Perché è questo che rende l’Europa, l’Europa. E ne siamo orgogliosi».

2025-11-04T16:14:12Z