Nel giro di pochi giorni, Italia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti hanno messo a segno una fitta sequenza di incontri e accordi che consolidano una dimensione bilaterale ormai sempre più sistemica. Roma si conferma interlocutore privilegiato per due protagonisti del nuovo Medio Oriente economico, impegnati a tradurre la Vision 2030 e la Vision 2050 in infrastrutture, industria e tecnologie condivise.
Nell’arco di pochi giorni nelle scorse settimane, ministri e funzionari sauditi hanno tenuto una serie di incontri istituzionali e imprenditoriali in Italia e nel Regno, culminati nella firma di memorandum e accordi strategici. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha accolto l’omologo Waaleed bin Mohammed al-Samaani per la firma di un’intesa sulla cooperazione giudiziaria, mentre il giorno seguente Roma ha ospitato il Business Forum Italia–Arabia Saudita, evento che ha riunito esponenti di governo e imprenditori dei due Paesi. Il viceministro Valentino Valentini ha ricordato come “dialogo e partnership” restino le uniche risposte efficaci a uno scenario globale dominato da volatilità e competizione. Per lui, il forum rappresenta un passo “concreto” nell’attuazione della partnership strategica sancita ad Al-Ula lo scorso gennaio da Giorgia Meloni e dal principe ereditario Mohammed bin Salman.
I numeri confermano la traiettoria: nel 2024 gli scambi bilaterali hanno toccato 10,3 miliardi di euro, con le esportazioni italiane in crescita del 28%. Alla stessa linea si è richiamato il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli, che ha evidenziato la costanza dell’interscambio oltre i 10 miliardi di euro e la crescente partecipazione italiana ai progetti di Vision 2030. Riad, ha precisato, assorbe ormai più del 15% delle esportazioni italiane nell’area MENA, diventando una delle priorità del Piano Export della Farnesina.
Il dialogo, tuttavia, non resta confinato alla sfera economica. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha incontrato il suo omologo saudita del Commercio Majid bin Abdullah al-Kassabi, sottolineando la solidità della cooperazione militare e industriale, dai programmi di addestramento congiunto ai progetti aerospaziali. Parallelamente, Adolfo Urso, titolare del MIMIT, ha discusso con lo stesso Kassabi di investimenti bilaterali e politiche industriali avanzate, presentando l’iniziativa AI Hub for Sustainable Development come piattaforma di collaborazione tecnologica di lungo termine. Emblematica, infine, l’intesa firmata da Fincantieri e dal Ministero saudita dell’Industria per lo sviluppo congiunto di unità navali e piattaforme offshore dual-use: un tassello strategico che unisce difesa, energia e innovazione sotto l’ombrello della Vision 2030.
Parallelamente, la relazione con gli Emirati Arabi Uniti vive un momento di forte espansione. I dati del primo semestre 2025 confermano l’ascesa del “Made in Italy” nell’industria emiratina: 161 milioni di euro di export nel settore delle macchine per imballaggio e trasformazione alimentare, con incrementi fino all’87%. L’Italia detiene più di un terzo del mercato in entrambi i segmenti, consolidandosi come partner privilegiato per la Food Security Strategy di Abu Dhabi. Come sottolineato dall’ambasciatore Lorenzo Fanara, la collaborazione si muove oltre il commercio, integrando innovazione e sostenibilità nella visione emiratina di modernizzazione produttiva. La presenza coordinata di 252 aziende italiane al Gulfood Manufacturing 2025, con il padiglione nazionale organizzato da ICE e UCIMA, testimonia una strategia di posizionamento strutturata.
Sul piano istituzionale, la firma del Memorandum tra la Camera di Commercio di Abu Dhabi e Cassa Depositi e Prestiti apre un capitolo nuovo, destinato a facilitare investimenti nei settori strategici di energia rinnovabile, biotecnologie e logistica avanzata. In parallelo, la cooperazione giudiziaria tra Carlo Nordio e Abdullah Al Nuaimi introduce un pilastro normativo nel contrasto alla criminalità transnazionale e nella gestione dei flussi finanziari.
Il quadro che emerge è quello di una doppia traiettoria di consolidamento. Con l’Arabia Saudita, la relazione evolve verso una partnership industriale ad alto contenuto tecnologico e militare; con gli Emirati, l’asse si concentra sulla manifattura avanzata e sulla co-industrializzazione sostenibile. In entrambi i casi, l’Italia si afferma non solo come fornitore di macchinari o know-how, ma come co-sviluppatore di ecosistemi produttivi e tecnologici integrati nel disegno di transizione del Golfo. Roma, Riad e Abu Dhabi condividono oggi un linguaggio economico comune fatto di innovazione, formazione, legalità e sicurezza energetica. Nei prossimi mesi, eventi come il Gulfood Manufacturing e le missioni economiche guidate dal ministro Tajani misureranno la capacità italiana di convertire i protocolli e le firme in progetti concreti. Un banco di prova che, se superato, potrebbe consacrare l’asse Italia-Golfo come il laboratorio più promettente della cooperazione economica euro-araba.
2025-11-04T07:44:11Z