IL PATRIMONIO CULTURALE COME MOTORE DI SVILUPPO: LA COOPERAZIONE ITALIANA ALLA XXVII BMTA

Alla XXVII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (BMTA), in programma a Paestum dal 30 ottobre al 2 novembre 2025, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) presentano una serie di progetti dedicati alla valorizzazione del patrimonio culturale come leva di sviluppo sostenibile e inclusivo. I focus principali riguardano Albania, Siria, Tunisia, Libia e Marocco, con l’obiettivo di dimostrare come la tutela e la valorizzazione del patrimonio possano tradursi in opportunità economiche e coesione sociale. All’interno dello stand MAECI-AICS sono stati effettuati anche dei laboratori tematici di metallurgia, toreutica e pittura, curati dall’archeotecnologo Ettore Pizzuti, pensati per coinvolgere ragazzi e adulti in esperienze formative legate all’archeologia sperimentale.

Due i panel tematici in programma: il primo, il 31 ottobre alle 16, con la partecipazione del Vice Ministro degli Esteri Edmondo Cirielli, del Ministro per il Turismo, la Cultura e lo Sport di Albania Blendi Gonxhja, e dei Ministri della Cultura e del Turismo della Siria, rispettivamente Mohamad Yassin Saleh e Mazen Al Salhani; il secondo, il 2 novembre alle 10.30, a cura dell’Istituto Centrale per il Restauro (ICR), dedicato ai progetti realizzati in Libia, Marocco e Tunisia, con la presenza del Direttore dell’ICR Luigi Oliva.

“Per la Cooperazione italiana – spiega il Direttore di AICS Marco Riccardo Rusconi – il patrimonio culturale è uno strumento fondamentale di sviluppo. Grazie a eccellenze come l’Istituto Centrale per il Restauro perseguiamo crescita economica, coesione sociale e trasferimento di competenze”.

Albania e Balcani: valorizzare la cultura per costruire futuro

In Albania, la Cooperazione italiana sostiene da anni la valorizzazione del patrimonio culturale e la crescita del settore turistico. Tra i progetti pilota figura quello dedicato al Parco Archeologico di Bylis e Klos, con un budget complessivo di 6,25 milioni di euro, finanziato dall’Unione Europea e co-finanziato dall’Italia. L’obiettivo è preservare e restaurare i tesori archeologici del Comune di Mallakastra, favorendo lo sviluppo economico locale e il coinvolgimento delle comunità. Con fondi propri, pari a 650 mila euro, AICS Tirana sta inoltre elaborando il Piano di Gestione del Parco di Antigonea, nella valle del fiume Drino, e sostenendo il Parco delle Arti di Tirana, con un investimento di 1,8 milioni di euro per la riqualificazione del complesso ex-Kinostudio. L’Italia è anche partner del Ministero albanese della Cultura per la stesura della nuova Strategia Culturale 2026-2030, a conferma del riconoscimento del ruolo di primo piano della Cooperazione italiana nel panorama culturale regionale. A livello macroregionale, l’iniziativa “Culture & Creativity for the Western Balkans”, finanziata dall’UE con 8 milioni di euro (di cui 1,4 gestiti da AICS Tirana), promuove creatività, riconciliazione e sviluppo locale, utilizzando la cultura come ponte tra le comunità dei Balcani occidentali.

Dal Mediterraneo al Medio Oriente: la cultura come strumento di pace

In Siria, l’AICS opera con un approccio basato sul cosiddetto “triplo nesso” – assistenza umanitaria, resilienza e sviluppo – puntando a sostenere le comunità più fragili. Il progetto “Mustaqbali – Fase II”, realizzato da Terre des Hommes con un finanziamento di 600 mila euro, migliora l’accesso all’istruzione e alla protezione per i giovani di Aleppo, creando spazi educativi e di coesione sociale accanto al Museo di Aleppo. Nel Maghreb, l’Italia è impegnata su più fronti. In Marocco, in collaborazione con l’Università di Siena e il Ministero della Cultura marocchino, sostiene la tutela dei siti di Chellah, Volubilis e Lixus, con un finanziamento di 3 milioni di euro all’interno del programma di conversione del debito da 15 milioni. In Libia, il programma “Heritage”, finanziato dall’Unione Europea con 2,2 milioni di euro, punta alla creazione di una Scuola di Restauro a Leptis Magna, offrendo percorsi formativi a tecnici e studenti. In Tunisia, infine, l’AICS e l’Istituto Centrale per il Restauro collaborano con l’Istituto Nazionale del Patrimonio tunisino per rafforzare la filiera dei beni culturali e promuovere lo sviluppo economico attraverso la valorizzazione dei siti di Pupput, Neapolis e Kerkouane. “Non lavoriamo solo sulle pietre – sottolinea Rusconi – ma sulle persone. Restaurare un sito significa restituire identità, speranza e prospettiva economica a intere comunità. È questo il volto umano della cooperazione italiana”.

L'intervista al Direttore dell’AICS Marco Riccardo Rusconi

Lei è diventato Direttore dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo il 12 dicembre 2023, se può farci un excursus su come l’agenzia si sta muovendo e, soprattutto, se può raccontarci cosa è stato aggiunto rispetto al periodo in cui ha iniziato. Ci piacerebbe sapere di più riguardo alle iniziative in corso in paesi come il Kazakhstan, l’Albania, i Balcani e la Siria...

"Innanzitutto, mi concentrerei su un aspetto che considero fondamentale: la valorizzazione del patrimonio culturale, inteso come strumento di sviluppo socio-economico. Questo tema è molto legato alla Borsa del Turismo Archeologico di Paestum, ed è uno dei filoni principali della cooperazione italiana. La nostra concezione di cooperazione si distingue in particolare per l’attenzione che dedichiamo alla tutela e protezione dei siti culturali e archeologici, che non solo conservano la memoria storica, ma rappresentano anche un motore per lo sviluppo sostenibile delle comunità locali. Ad esempio, in Libano, la cooperazione italiana si è concentrata sulla Valle dell’Avecà e sul Tempio di Giove a Baalbek. Questo sito archeologico, simbolo della nostra cooperazione, è un luogo in cui si riconoscono le tre principali comunità libanesi: maroniti, sciiti e sunniti. La valorizzazione di un sito come questo non solo tutela il patrimonio culturale, ma crea anche coesione sociale e stabilizzazione, con l’obiettivo di promuovere la pace e la convivenza. Oltre alla dimensione culturale, c’è anche una forte componente di sviluppo economico."

Quali sono gli altri siti archeologici di cui vi state occupando?

"I siti archeologici, spesso situati in aree remote, possono diventare un volano di crescita, creando opportunità economiche in zone che altrimenti ne sarebbero private. Ad esempio, Petra, un tempo isolata nel deserto, oggi è un centro di grande valore economico grazie a un turismo sostenibile che ha saputo svilupparsi attorno al sito. Noi non ci occupiamo di missioni archeologiche, che sono finanziate da altre istituzioni, ma ci concentriamo sulla valorizzazione dei siti, creando opportunità economiche attraverso la costituzione di cooperative di guide turistiche, attività alberghiere, e l’industria dei prodotti culturali. Abbiamo sviluppato progetti in Siria, dove, nonostante le difficoltà, siamo riusciti a riprendere le attività di cooperazione, soprattutto a supporto del recupero e valorizzazione dei siti archeologici in modo sostenibile. Con l’aiuto del nostro contributo, stiamo avviando attività economiche che coinvolgono direttamente la popolazione locale, con un’attenzione particolare ai giovani e alle donne. Inoltre, siamo attivi anche con l’Istituto Centrale del Restauro, con il quale abbiamo firmato un accordo lo scorso anno, per portare in questi paesi l’esperienza e le competenze italiane nel settore del restauro e della conservazione del patrimonio culturale. La nostra collaborazione è mirata anche a rafforzare le capacità locali in paesi come la Libia, dove stiamo progettando una scuola di restauro nel sito di Leptis Magna, un patrimonio archeologico di rilevanza mondiale. In Marocco, stiamo collaborando per il recupero di siti archeologici di epoca romana, finanziati anche attraverso la conversione del debito, un altro strumento che la cooperazione italiana utilizza per realizzare progetti concreti. Anche in Ucraina, dopo l’accordo con il Ministro degli Esteri italiano, stiamo collaborando per il recupero degli edifici storici nella città di Odessa, come parte del più ampio processo di ricostruzione e rinascita. Il nostro obiettivo è non solo restaurare gli edifici, ma trasformarli in centri di cultura che possano contribuire alla vitalità della città."

La cooperazione italiana si sta distinguendo per la sua capacità di coniugare la valorizzazione del patrimonio culturale con lo sviluppo economico e sociale. Per concludere, le chiedo: come vede il futuro della cooperazione italiana e quali sono le sue aspettative?

"Abbiamo tracciato una strada chiara, e credo che anche l’Unione Europea stia seguendo questa direzione, sostenendo sempre più progetti incentrati sulla valorizzazione del patrimonio culturale. Non vogliamo certo fare di questo un terreno esclusivo per l’Italia, anzi, più donatori ci sono, meglio è. Tuttavia, credo che il nostro approccio, che vede nella cooperazione una chiave per rafforzare l’identità locale e promuovere la pace, sia un elemento distintivo. Un esempio emblematico è il nostro intervento a Odessa, dove la ricostruzione di edifici storici non solo segna una rinascita fisica, ma rappresenta anche un simbolo di speranza per la città. Come dico sempre, a Milano, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu ricostruita prima la Scala e poi i palazzi circostanti. Questo gesto simbolico di ripartenza è un segno di speranza e di resilienza che vogliamo portare anche in altri luoghi. La cooperazione italiana si connota per la sua attenzione al patrimonio culturale, che contribuisce a stabilizzare le società e a creare opportunità di lavoro. Questo approccio è apprezzato anche dall’Unione Europea, che investe in questi progetti, in parte con fondi comunitari, che però, come sappiamo, riflettono anche il contributo italiano."

Qual è la missione dell'AICS?

"Il nostro lavoro non si esaurisce nel restauro delle pietre, ma si concentra sulle persone, sulla costruzione di una rete di competenze e di partenariati che possano continuare a crescere anche in futuro. La vera missione della cooperazione italiana sarà compiuta quando questi paesi saranno in grado di auto-sostenersi e proseguire lungo questo cammino di valorizzazione e sviluppo senza necessitare del nostro supporto."

2025-11-05T10:50:38Z