I RICERCATORI IN INTELLIGENZA ARTIFICIALE SONO I NUOVI CALCIATORI?

«A sinistra, Cristiano Ronaldo: nel 2009, il Real Madrid pagò ottanta milioni di sterline per acquistarlo dal Manchester United. A destra, Jiahui Yu: Meta ha pagato cento milioni di dollari per acquistarlo da OpenAI». Nasce dal post satirico del profilo Instagram @airesearches una provocazione che descrive bene le trame del nuovo calciomercato: «Ilya ha raccolto due miliardi di dollari senza neppure avere un prodotto, perché gli investitori credono nella sua visione come hanno creduto in Pep Guardiola. I ricercatori in intelligenza artificiale sono le nuove superstar. Allo stesso modo, xAI è come il Manchester United: un tempo era guidato da Elon Musk, ora si trova in difficoltà a competere coi laboratori più importanti nonostante abbia molti soldi». Per chi ha un minimo di dimestichezza col calcio, la metafora è geniale e immaginifica. Ilya è Ilya Sutskever, l’ex co-fondatore di OpenAI che nel maggio 2024 ha lasciato l’organizzazione di San Francisco che ha sviluppato ChatGPT – in polemica con Sam Altman – e un mese dopo ha fondato con l’ex capo della divisione AI di Apple, Daniel Gross, la startup Safe Superintelligence Inc. che ha come obiettivo lo sviluppo di una super intelligenza sicura. Da allora, Gross ha lasciato Safe Superintelligence Inc. e si è trasferito a Meta, con Mark Zuckerberg che prima ha provato ad acquistare l’intera startup e poi si sarebbe accontentato di assumere uno dei cofondatori. Nel mentre, Sutskever ha raccolto due miliardi di dollari in un round di finanziamento e l’ha fatto senza presentare nulla.

La nuova corsa ai ricercatori in AI

Nella sua autobiografia, La mia vita, Alex Ferguson racconta di Cristiano Ronaldo che «il Real pagò per lui 80 milioni di sterline» e «fu il modo in cui Florentino Pérez, il suo presidente, volle dire: “Siamo il Real Madrid, siamo i più grandi di tutti.” Fu una mossa astuta, una dichiarazione esplicita del fatto che intendevano accaparrarsi i giocatori più famosi in circolazione». Dall’addio di Alex Ferguson, cioè dal 2013, a oggi, il Manchester United – che col tecnico scozzese aveva vinto trentotto titoli, tra cui due Champions League e tredici volte il campionato inglese – ha vinto molto poco, cinque trofei (come l’Europa League 2017, di cui ha però perso le finali 2021 e 2025). L’idea è che, come il Manchester United ha una ricca storia ma un presente meno vincente di un tempo, pure xAI non se la passi bene. Fondata nel marzo 2023 da Elon Musk a San Francisco, a quanto riporta Bloomberg «brucia un miliardo di dollari al mese a causa dell'accumulo di costi», sebbene Musk abbia risposto: «Bloombergsta dicendo cose senza senso». Tra l’altro Elon Musk è stato tra i cofondatori di OpenAI, che tutti conoscono per ChatGPT, da cui Jiahui Yu si è trasferito – termine che non a caso si usa per il mercato dei calciatori professionisti – a Meta, con un sostanzioso bonus alla firma di cento milioni di dollari.

Jiahui Yu, il “Cristiano Ronaldo” dell’intelligenza artificiale, era Research Lead di OpenAI. Come scrive sul suo sito web, dove i suoi lavori e le sue pubblicazioni equivalgono quasi ai gol, gli assist e i Palloni d’oro – «dirigo il team Perception di OpenAI. In precedenza, ho co-diretto il progetto Gemini Multimodal presso Google DeepMind. Mi occupo di deep learning e calcolo ad alte prestazioni». Oltre a lui, sembra che tre ricercatori (Shengjia Zhao, Shuchao Bi, Hongyu Ren) di OpenAi si siano trasferiti a Meta, che recentemente ha lanciato un laboratorio dedicato alla super intelligenza a capo del quale c’è Alexandr Wang (ex CEO di un’azienda di intelligenza artificiale, Scale AI). Dopo Yu, Zhao, Bi e Ren, Meta ha assunto tre ricercatori della sede zurighese di OpenAI (Lucas Beyer, Alexander Kolesnikov e Xiaohua Zhai), sempre allo scopo di recuperare il gap nei confronti della concorrenza (cioè, OpenAI, Anthropic, Google, DeepSeek). Nel caso di Ronaldo, gli ottanta milioni di sterline erano andati al club che ne deteneva il cartellino, il Manchester United. Nel caso dei ricercatori, il bonus va direttamente a loro, ma non è una novità nel calcio. Nel 2024, Kylian Mbappé si è trasferito al Real Madrid, svincolato dal PSG, ha ottenuto un bonus alla firma di centoventicinque milioni di euro.

Come riporta da Reuters, i bonus “alla firma” offerti da Zuckerberg ai dipendenti che si trasferissero da OpenAI a Meta – contestati da Meta – non sono stati graditi da Sam Altman, CEO di OpenAI. Nel calcio, nell’intelligenza artificiale, e per estensione in ogni altro campo, la caccia ai talenti non è certo una novità. In una nota inviata su Slack e diffusa da Wired, Mark Chen, Chief Research Officer di OpenAI, ha definito la sua sensazione «simile a come se qualcuno si fosse introdotto in casa nostra e avesse rubato qualcosa». In una nota del 30 giugno, Meta AI aveva comunicato l’ingresso nel team di sette ex dipendenti di OpenAI (i citati Yu, Zhao, Bi e Ren, più Trapit Bansal, Huiwen Chang e Ji Lin), due ex ricercatori di DeepMind (Jack Rae e Pei Sun), uno di Anthropic (Joel Pobar) e uno di Google (Johan Schalkwyk). Manco a farlo apposta, se li sommi, sono undici innesti. Tanti quanto servirebbero per formare una squadra di calcio.

2025-07-04T09:55:42Z