Meta ha mostrato il suo sostegno alla proposta dell’UE per l’introduzione di un’età digitale minima, nota come "Digital Majority Age". Questa misura richiederebbe l’autorizzazione dei genitori per consentire agli adolescenti di scaricare applicazioni. Una mossa che potrebbe essere vista come un tentativo di rafforzare la protezione dei minori online, ma anche come una strategia per migliorare la propria immagine pubblica.
In un contesto in cui alcuni paesi dell’UE stanno considerando limitazioni più rigide all’accesso ai social media per i minori, Meta ha proposto di trasferire la responsabilità della verifica dell'età agli app store. Secondo l’azienda, un sistema centralizzato garantirebbe un maggiore controllo da parte delle famiglie, rispettando al contempo la privacy degli utenti. Un recente sondaggio condotto da Morning Consult rafforza questa posizione: tre quarti degli adulti europei ritengono che i genitori debbano avere un ruolo attivo nel decidere quali app i loro figli possano scaricare.
Pur dichiarandosi contraria a divieti governativi totali, Meta promuove un approccio che metta le famiglie al centro delle decisioni. L’azienda ha già implementato misure protettive sui propri servizi, come account per adolescenti con restrizioni integrate e limiti alle notifiche. Tuttavia, queste protezioni non si estendono ad altre piattaforme come Reddit o Telegram, lasciando spazio per un sistema di verifica universale che potrebbe colmare tali lacune.
Nonostante le buone intenzioni dichiarate, alcuni critici vedono questa mossa come un tentativo di distogliere l’attenzione dalle controversie sulla privacy che hanno coinvolto Meta negli ultimi anni. Di recente, l’azienda ha contestato una sanzione dell’UE, accusando l’Unione di eccessiva regolamentazione.
Un ruolo chiave potrebbe essere giocato dalle tecnologie innovative. Ad esempio, Google ha reso disponibili librerie di prove a conoscenza zero che permettono di effettuare verifiche dell’età rispettando la privacy degli utenti.
2025-07-04T10:09:09Z