Dal 1° gennaio 2026 entrerà in vigore una delle innovazioni più significative della riforma fiscale: il discarico automatico delle cartelle esattoriali introdotto dal D.Lgs. 110/2024, noto come “Decreto Riscossione”. Si tratta di una misura che mira a rendere più razionale ed efficiente la macchina della riscossione, liberando l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER) da milioni di posizioni ormai irrecuperabili. Non un condono, non una sanatoria, ma una vera riforma di sistema che segna il passaggio da un fisco ossessionato dall’accumulo di crediti teorici a uno orientato all’effettiva sostenibilità amministrativa.
Il discarico automatico è il meccanismo per cui, trascorsi cinque anni dall’affidamento di una cartella all’AdER senza che il credito sia stato riscosso, quest’ultima cessa di occuparsene e restituisce la partita all’ente impositore (Comune, Regione, INPS o altro). Esempio: un credito affidato nel 2025 e non recuperato entro il 31 dicembre 2030 verrà automaticamente “scaricato” nel 2031. Attenzione però: il debito non si cancella. Resta giuridicamente esistente e l’ente potrà decidere, se cambiano le condizioni economiche del contribuente, di riattivare la riscossione o di archiviare definitivamente la pratica. L’obiettivo è alleggerire l’enorme magazzino di crediti gestiti dall’AdER – oltre 1.000 miliardi di euro nominali, perlopiù privi di reale esigibilità – e concentrare le risorse sui debiti effettivamente recuperabili.
Non tutte le cartelle rientrano nel discarico automatico. Restano escluse quelle: con piani di rateizzazione attivi; oggetto di contenzioso giudiziario; inserite in procedure concorsuali o esecutive; relative a crediti comunitari o aiuti di Stato, che per norma europea devono essere riscossi integralmente. Il contribuente, quindi, non deve illudersi di vedere “sparire” i propri debiti, ma può contare su un sistema più trasparente, prevedibile e proporzionato.
Il cuore del Decreto Riscossione non è politico ma amministrativo. Lo Stato riconosce che mantenere per decenni cartelle inesigibili è antieconomico e fuorviante per i conti pubblici. Il discarico automatico: riduce il carico burocratico dell’AdER; restituisce autonomia gestionale agli enti creditori; offre un segnale di trasparenza contabile a cittadini e istituzioni europee. È una misura coerente con una visione liberale e riformista dello Stato: uno Stato che non accumula illusioni di gettito ma che misura la propria forza sull’efficacia e sull’efficienza.
Per i cittadini, la riforma può significare un allentamento della pressione fiscale indiretta: meno minacce di riscossioni eterne, più chiarezza sulle proprie posizioni. Per lo Stato e gli enti locali, un passo verso una riscossione più selettiva e sostenibile. Il messaggio è chiaro: il fisco cambia volto. Non promette amnistie, ma promette serietà. Dopo anni di condoni e rottamazioni episodiche, il discarico automatico segna un ritorno alla normalità amministrativa. Un passo tecnico, ma decisivo, per avvicinare l’Italia a una fiscalità europea moderna, fondata non sull’arbitrio ma sull’efficienza e sulla fiducia reciproca.
2025-11-05T13:59:11Z