Eni ha perfezionato la cessione di una partecipazione pari al 20% del capitale sociale di Plenitude Società Benefit ai fondi Ares Alternative Credit, affiliati ad Ares Management Corporation. Con questa operazione, basata su un equity value di Plenitude pari a 10 miliardi di euro e un enterprise value di oltre 12 miliardi di euro, la società del cane a sei zampe incassa dunque 2 miliardi di euro. L’operazione era stata annunciata lo scorso giugno, adesso è arrivato il closing. Plenitude, presente in 15 Paesi nel mondo, è la controllata di Eni che si occupa di vendita e commercializzazione di gas ed energia elettrica per famiglie e imprese, di produzione di energie rinnovabili (con l’obiettivo di raggiungere 10 GW di capacità rinnovabile a livello globale entro il 2028) e di gestione dei punti di ricarica per veicoli elettrici.
L’operazione è parte integrante della strategia di Eni finalizzata alla valorizzazione delle proprie società satellite attive nei business della transizione energetica, attraverso l’ingresso di partner strategici e capitali allineati che supportano i loro piani di sviluppo. “Ares entra ufficialmente a far parte dell’azionariato di Plenitude, affiancando Eni ed Energy Infrastructure Partners – ha commentato Stefano Goberti, Amministratore Delegato di Plenitude – L’ingresso di un nuovo investitore rappresenta un’ulteriore conferma dell’attrattività del nostro distintivo modello e ne sottolinea al contempo il valore creato nel tempo. Siamo certi che, insieme, proseguiremo con determinazione nel percorso di crescita condiviso”. La notizia tuttavia non ha al momento innescato la reazione degli investitori: a inizio pomeriggio il titolo Eni viaggia in rosso, -0,8% sotto i 16 euro per azione.
Nell’operazione, Eni è stata assistita in qualità di financial advisor da Mediobanca – con un team composto da Claudia Fornaro e Stefano Cozzi –, da Goldman Sachs e da EQUITA – che ha rilasciato una fairness opinion sulla congruità del corrispettivo per la partecipazione. Ares Alternative Credit Management è stato invece assistito da UniCredit – con un team composto da Maria Vastola, Andrea Petruzzello, Anna Maria Capodacqua, Luca Gunetti, Alessandro Ferraro e Ilaria Pezzana – da Deutsche Bank – con un team composto da Pierpaolo Di Stefano, Marco Campo, Michele Cohen, Lorenzo Cabizza, Livio Berti e Pietro Cusumano – e da L&B Partners – con un team guidato dal partner Gianguido Arcangeli e dai director Domenico Magistri e Luca Marniga, coadiuvati dall’associate Federico Zampolli e dall’analyst Niccolò Brilli.