BORSE 4 NOVEMBRE TUTTE IN ROSSO: PER ORA NON SEMBRA LO SCOPPIO DI UNA BOLLA MA LA VOGLIA DI INCASSARE I BENEFICI DEL RALLY

La bolla dei titoli legati all’intelligenza artificiale fa un po’ paura, ma per ora non scoppia. In una seduta segnata da alcune trimestrali di colossi del settore come Palantir (-3,49% al Nasdaq) e dall’allarme dei Ceo di Goldman Sachs e Morgan Stanley sul rischio di una correzione del 10% del mercato azionario nei prossimi due anni, le borse europee chiudono deboli e Wall Street apre in calo, ma il rosso è andato impallidendo nel corso della mattina americana.

Piazza Affari passa addirittura in positivo e chiude con un piccolo progresso dello 0,09%, a 43.262 punti. A influenzare il listino milanese hanno contribuito i conti dei colossi a stelle e strisce, ma anche quelli di campioni nazionali come Ferrari +3,24%. Bene, in scia alla trimestrale, Lottomatica +3,27%, mentre a fare da zavorra sono le blue chip più legate al mondo tech come Stm -2,2% e Prysmian -2,27%. Al traguardo di giornata sono sopra i minimi toccati oggi anche Francoforte -0,61%, Parigi -0,52%, Amsterdam -0,18%, Madrid -0,06%. Londra sale dello 0,15%.

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Prese di profitto a Wall Street 

Wall Street in questo momento arretra, soprattutto sotto i colpi delle prese di profitto dopo i record della scorsa ottava. Il Dj perde lo 0,32%, lo S&P 500 lo 0,71%, il Nasdaq l’1,19%. L’indice di volatilità CBOE, indicatore del grado di paura a Wall Street, è vicino a un massimo di due settimane, tenendo anche conto del perdurante shutdown dell’amministrazione Usa (domani diventerà il più lungo della storia) che lascia gli investitori all’oscuro di importanti dati macro. Le attese si stanno concentrando così sul rapporto Adp sulle buste paga del settore privato in agenda domani.   

Le preoccupazioni nell’azionario sono cominciate ieri sera, dopo che Palantir, azienda specializzata nell’analisi dei big data e fortemente impegnata nell’intelligenza artificiale, ha annunciato conti oltre le attese, ma non ha fornito indicazioni convincenti sul prossimo futuro. Per soddisfare gli appetiti del mercato ciò non è stato sufficiente, visto che il titolo ha registrato un rialzo in borsa del 173% solo quest’anno.

L’alta scommessa fatta dagli investitori sull’IA sarà di nuovo sotto esame nelle prossime ore e giorni con altre trimestrali di peso, come quella (stasera) di Advanced Micro Devices e di Qualcomm (in settimana). Tra i titoli in forte ribasso c’è poi Tesla (-3,15%), dopo che il fondo sovrano norvegese, il più grande al mondo, ha dichiarato che voterà contro la ratifica del pacchetto retributivo proposto dal ceo, Elon Musk, contenente azioni per un valore fino a mille miliardi di dollari, in occasione dell’assemblea generale annuale di questa settimana.

Dollaro ancora ai massimi da tre mesi

Sul mercato dei cambi il dollaro tratta ancora intorno ai massimi di tre mesi contro le principali valute, nonostante il mercato si muova un po’ a tentoni in campo macroeconomico. L’euro-dollaro tratta al momento sotto 1,15.

A rafforzare il biglietto verde è il fatto che si sono leggermente raffreddate le aspettative su un nuovo taglio dei tassi da parte delle Fed a dicembre. Secondo il Cme, i futures sui Fed-fund quotano ora il 65% di probabilità di un terzo taglio, in calo rispetto al 94% di una settimana fa, prima che il presidente della banca centrale Usa apparisse più falco di quanto previsto. Nella Fed le posizioni dei governatori non sono uniformi e anche i T-Bond approfittano della situazione e si rafforzano, nell’attesa, tra l’altro, che domani la Corte Suprema Usa si pronunci sulla legalità dei dazi voluti dal presidente Donald Trump.

La sterlina si muove vicino ai minimi di sei mesi rispetto al dollaro, dopo l’insolito discorso pre-bilancio del ministro delle finanze britannico Rachel Reeves, che ha parlato di una politica fiscale più restrittiva e di tasse più elevate, facendo salire le probabilità di tagli dei tassi di interesse da parte della Banca d’Inghilterra, che si riunirà questa settimana. I mercati monetari al momento prezzano meno del 40% di probabilità per una riduzione di un quarto di punto, ma fino alla fine di ottobre gli operatori non si aspettavano alcuna mossa dalla BoE almeno fino alla primavera. Materie prime: trattano in rosso l’oro e il petrolio. Lo spot gold sotto 4000 dollari l’oncia, il Brent sotto 65 dollari al barile.

Piazza Affari, boom di Industrie De Nora

A Milano oggi non ci sono solo le blue chip a mettersi in mostra con le trimestrali, ma anche titoli più piccoli come Industrie De Nora, che mette a segno un rialzo del 17,23%, dopo aver presentato ricavi dei primi nove mesi in crescita del 5% (a 631,3 milioni di euro) e aver confermato la guidante 2025. Tra le blue chip svettano Ferrari – che ha superato le attese con i risultati e ha confermato le stime – e Lottomatica a valle del dato sul terzo trimestre che vede un aumento del 18% dell’Ebitda adjusted a 195 milioni, con una crescita del mercato online ai massimi storici.

Si confermano ben intonate le utility a partire da Enel +1,62% e Snam +1,38%.  Campari agguanta un rimbalzo dell’1,19%, dopo lo scivolone della vigilia dovuto a un sequestro di azioni del gruppo per un valore di 1,3 miliardi in capo alla controllante Lagfin per presunta evasione fiscale. Le banche chiudono una seduta senza grandi spunti. La migliore è Intesa, +0,49%, mentre rimane leggermente indietro Unicredit -0,03%.

Mps è timidamente positiva (+0,25%). Secondo notizie stampa la Bce avrebbe autorizzato Francesco Gaetano Caltagirone a salire fino al 20% nel capitale di Siena. Bper è invece la peggiore con un calo dello 0,86%. Per il presidente di Unipol (+0,13%) Carlo Cimbri i modenesi devono cominciare a lavorare sulle recenti acquisizioni e non ci dovrebbero essere nuove mosse in preparazione dopo la conquista di Popolare di Sondrio (-0,07%). Si ricorda che Unipol è il principale azionista di Bper. Tra i maggiori ribassi del giorno ci sono Stelantis -2,41, Leonardo -2,04%, Buzzi -2,01%.

Spread in leggero aumento

Il rosso colora oggi anche il secondario, che vede allargarsi lo spread, tra il Btp 10 anni e il Bund di durata uguale, a 75 punti base dai 74 di ieri. I rendimenti sono relativamente stabili a 3,4% e 2,65%.

2025-11-04T17:13:59Z