Si torna a parlare di Bonus Single 2025. Il numero di persone che scelgono — o si trovano — a vivere da sole è in costante aumento. Un fenomeno demografico che, oltre ad avere un impatto culturale e sociale, comporta anche una serie di sfide economiche rilevanti: dall’affitto alle utenze, dalle spese alimentari alla gestione della casa, affrontare tutto senza poter contare su un secondo reddito può diventare particolarmente oneroso.
È in questo contesto che si parla, sempre più spesso, di “bonus single”: un termine non ufficiale, ma entrato nell’uso comune per identificare l’insieme di agevolazioni accessibili anche – o soprattutto – a chi è single, senza figli a carico e non inserito in una famiglia tradizionale.
Per i giovani (età 20-31 anni) che vivono da soli e hanno reddito contenuto (per esempio ≤ 15.493,71 euro), è prevista una detrazione fiscale del 20% sul canone di locazione, entro un minimo di circa 991,60 euro e un massimo di 2.000 euro.
Anche per chi acquista la prima casa (sotto i 36 anni e con ISEE ≤ 40.000 euro) la misura è valida anche per i single.
Riflessione: vivere da soli spesso significa sostenere da solo l’affitto o il mutuo, perciò queste misure mirano a riconoscere l’autonomia abitativa come situazione che merita sostegno.
Anche chi vive da solo può beneficiare del bonus sociale sulle utenze: se l’ISEE non supera circa 9.530 euro, lo sconto sulle bollette domestiche è automatico, basta avere DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) aggiornata.
Oltre a questo, è previsto un contributo una tantum di circa 200 euro per chi ha ISEE fino a 25.000 euro, pensato anche per single o coppie senza figli, per alleggerire il caro-energia.
Cosa valutare: l’utenza deve essere intestata alla persona o al nucleo DSU e l’ISEE aggiornato; lo sconto appare direttamente in bolletta, senza domanda in alcuni casi.
Per chi è lavoratore dipendente e vive in autonomia, ci sono fringe benefit esentasse fino a 1.000 euro annui (fino a 2.000 euro se si hanno figli a carico) che il datore di lavoro può erogare per affitto, utenze, mutuo.
Inoltre, per i lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato nel corso del 2025, che trasferiscono la residenza a oltre 100 km per motivi di lavoro e con reddito da lavoro dipendente ≤ 35.000 euro, è prevista un'esenzione fino a 5.000 euro per le spese di affitto e manutenzione della casa nei primi due anni.
Perché è utile: se si sta iniziando una nuova vita in un’altra città questa misura può fare la differenza nel contenere i costi.
Attenzione: serve contratto di lavoro a tempo indeterminato, trasferimento oltre 100 km, e rispettare il tetto di reddito.
Per i giovani (età 20-31 anni) che vivono da sole e hanno reddito contenuto (per esempio ≤ 15.493,71 euro), è prevista una detrazione fiscale del 20% sul canone di locazione, entro un minimo di circa 991,60 euro e un massimo di 2.000 euro.
Anche per chi acquista la prima casa (sotto i 36 anni e con ISEE ≤ 40.000 euro) la misura è valida anche per i single.
Riflessione: vivere da soli spesso significa sostenere da solo l’affitto o il mutuo, perciò queste misure mirano a riconoscere l’autonomia abitativa come situazione che merita sostegno.
Vivere da soli non significa solo gestire casa e bollette, ma anche affrontare fasi di cambiamento: disoccupazione, formazione, cambi di vita. Ecco alcune misure pensate per questo.
Spunto di riflessione: non vivere in un nucleo familiare tradizionale non significa che non si debbano avere strumenti di accompagnamento: questi bonus confermano che l’autonomia abitativa e personale è riconosciuta anche dal welfare.
Quando si valuta se si hanno i requisiti per richiedere uno di questi bonus, bisogna tenere a mente alcuni criteri chiave:
Vivere da soli può essere una scelta, oppure una tappa della vita, e porta con sé più libertà ma anche maggiori responsabilità. Le misure “bonus single” che abbiamo visto – dalle bollette, all’affitto, alla formazione – indicano che lo Stato riconosce questa modalità di vita come legittima e meritevole di sostegno.
Il segreto? Informarsi con anticipo, verificare i requisiti, aggiornare l’ISEE e valutare quali strumenti fanno davvero al caso vostro. In questo modo, l’autonomia può essere anche una risorsa — e non solo una spesa.
2025-11-03T13:37:03Z