APRE SLOW FISH: «ACQUE DA PROTEGGERE»

“La mitilicoltura sottrae 19.000 tonnellate di co2 all'anno”: si presentano così, con un messaggio molto forte sul piano ambientale, i protagonisti di Slow Fish. Nell’edizione 2023 a conquistarsi la ribalta sono i coltivatori di molluschi del golfo della Spezia, perennemente in guerra con l’inquinamento dei mari e oggi alle prese con la proliferazione di orate, causata dal riscaldamento dei mari. “Il cambiamento climatico se non vogliamo raccontare frottole è irreversibile”, ha dichiarato stamane il fondatore di Slow Food Carlin Petrini aprendo la manifestazione: “Prepariamoci a sconquassi” ha esclamato, spiegando che le contromisure serviranno almeno a contenere il disastro. Non basta, però, consumare pesce “povero”, ha detto Petrini, ma deve realizzarsi “una stretta connessione della costa con l’entroterra, rigenerando i borghi”. Replica del governatore ligure Giovanni Toti: “Facciamo politiche per l’entroterra dal 2016, finanziando le piccole botteghe e stiamo valorizzando i parchi interni ancor più delle coste”.

Il ministro dell’Agricoltura e della pesca Francesco Lollobrigida, intervenendo all’inaugurazione della kermesse, ha rilevato che occorre “coniugare sostenibilità ambientale con sostenibilità economica” e ha criticato l’Europa che in questi anni si è spinta in direzione inversa, pagando gli agricoltori per non coltivare e i pescatori per non pescare”. Ma “la pretesa di ridurre le produzioni interne e importare con filiere lunghe oggi è in crisi: sono finite le certezze e ci siamo convinti che approvvigionarci da nazioni incerte mette in discussione la libertà”. Il ministro ha posto l’accento sulle norme “rigidissime verso i nostri pescatori, riducendo le flotte, ma disinteressandosi di quello che fanno i Paesi terzi: si limita una pesca sostenibile fatta da marinerie che hanno attenzione all’ambiente per sostituirle con marinerie che non rispettano alcuna regola”, ha denunciato. Per il governo, esiste un tema di sicurezza alimentare: non basta dare cibo a tutti, bisogna “dare buon cibo a tutti”. L’obiettivo è elevare gli standard di qualità dell’agricoltura e della pesca dei Paesi poveri, sia per ragioni di giustizia che per abbassare la pressione dell’import low cost. “Su queste politiche non siamo isolati, non ci facciamo dettare le regole dai francesi ma sulla pesca Macron dice le stesse cose” ha puntualizzato il ministro, attaccando il vicepresidente della Commissione europea Timmermans come colui che cerca di ridurre ogni produzione interna.

Giunta all’undicesima edizione, Slow Fish approda a Genova (sviluppandosi tra il Porto Antico e Piazza Caricamento) fino al 4 giugno e celebra il matrimonio (difficile) tra mare e terra. Titolo: Coast to coast. Con questa scelta si vuole sottolineare che mari, oceani e acque interne non sono ecosistemi a sé stanti rispetto a quelli dove si svolge la vita umana, ma tutto è interconnesso, come dimostra il cambiamento climatico. Una complessità che è anche una ricchezza, concetto mai interiorizzato dalla cultura e dalla politica italiana, apparentemente inconsapevole che il nostro Paese è bagnato su tre dei quattro lati da diversi mari, con i loro problemi e le loro economie. In tal senso, i problemi affrontati in questi giorni a Genova sono davvero caldi, come quello dei rifiuti in mare, a partire dalla plastica. Perché, come ha ricordato il sindaco della città della Lanterna, Marco Bucci, “il ciclo dell’acqua passa dal mare e dopo quattro giorni senz’acqua uno muore”.

Chiunque può partecipare a Slow Fish 2023, perché tranne i laboratori del gusto e le cene con gli chef stellati è tutto ad ingresso libero. Ovviamente, per degustare negli stand di Street food si deve pagare. Il programma aperto al pubblico propone attività di educazione (dedicate quest’anno alle specie aliene che arrivano nei nostri mari in seguito al riscaldamento globale), conferenze e forum con i pescatori.

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