BANCO BPM, OPA SU ANIMA AL VIA IL 17 MARZO: OK DELLA CONSOB. ECCO TUTTO CIò CHE C’è DA SAPERE SULL’OFFERTA

Via libera della Consob all’opa di Banco Bpm su Anima. L’offerta pubblica d’acquisto partirà il 17 marzo e si concluderà il 4 aprile (salvo proroghe). L’annuncio arriva direttamente dalla banca guidata da Alberto Castagna che l’11 marzo aveva già ricevuto il nulla osta senza “prescrizioni, condizioni o limitazioni” da parte dell’Ivass e della Commissione europea. In precedenza era arrivato anche l’ok di Antitrust e Banca d’Italia, mentre già a dicembre il governo aveva fatto sapere che non eserciterà il golden power.

Banco Bpm, opa su Anima al via il 17 marzo: tutti i dettagli

Attraverso una nota pubblicata nel tardo pomeriggio di giovedì, Banco Bpm ha reso noto che la controllata Banco Bpm Vita ha ottenuto l’approvazione della Consob per l’offerta pubblica di acquisto volontaria su Anima Holding.

Dopo l’ok al rilancio stabilito lo scorso 28 febbraio dall’assemblea del Banco, gli azionisti di Anima Holding che aderiranno all’offerta riceveranno 7 euro per azione, a condizione che Anima non distribuisca dividendi prima del pagamento previsto per l’11 aprile 2025. In caso contrario, il corrispettivo sarà ridotto dell’importo del dividendo. 

Il periodo d’adesione avrà inizio lunedì prossimo per concludersi al termine della seduta del 4 aprile (salvo proroghe) e, pertanto, sarà pari a 15 giorni di Borsa aperta.

Banco Bpm ha già in mano un potenziale 44,8% di Anima

La banca guidata da Giuseppe Castagna ha in mano il 22,38% del capitale di Anima. Nell’azionariato della società del risparmio gestito figurano inoltre – in ordine – Poste Italiane con l’11,95%, Fsi Sgr con il 9,77% e Caltagirone con il 5,3%. Quest’ultimo non si è ancora espresso, ma nelle scorse settimane, Fsi e Poste, che possiedono rispettivamente il 9,6% e l’11,7% di Anima hanno annunciato l’intenzione di aderire all’offerta di Banco Bpm. Stessa decisione da parte del top management della società del risparmio gestito, che detiene l’1,5% del capitale. Sommando le diverse quote, Banco Bpm ha già (potenzialmente) in mano il 44,8% di Anima e potrebbe dunque facilmente raggiungere il 66,67% del capitale posto come condizione iniziale dell’opa, poi venuta meno dopo l’assemblea del 28 febbraio

Resta aperto il nodo Danish Compromise

A meno di decisioni dell’ultima ora, il periodo d’adesione partirà senza il responso della Bce sull’applicazione del Danish Compromise, norma europea che permetterebbe al gruppo di limitare l’impatto dell’acquisizione sul proprio CET1 Ratio a soli 30 punti base. 

Dopo l’assemblea di fine febbraio l’Ad del Banco, Giuseppe Castagna, aveva affermato: “Aspettiamo con molta serenità, non possiamo essere noi a dettare i tempi ai regolatori ma siamo stati molto trasparenti nel dire il punto di atterraggio del capitale sia con il Danish Compromise che senza”. Secondo i calcoli di Piazza Meda, infatti, il Cet 1 al 30 giugno 2025 “è stimato in area 13-13,5%” anche senza l’applicazione del compromesso danese all’Opa su Anima.

Nel frattempo si aspettano anche possibili novità da Unicredit che aveva minacciato di lasciare ritirare l’ops da oltre 10 miliardi sul Banco Bpm nel caso in cui i soci della banca avessero approvato il rilancio del prezzo a 7 euro e senza il beneficio patrimoniale del Danish Compromise.

2025-03-13T19:50:31Z