DONNE E LAVORO, LA NUOVA DENUNCIA DELL'ONU

Per ogni dollaro guadagnato dagli uomini, le donne prendono solo 51 centesimi. È questo l'allarmante divario evidenziato dalle Nazioni Unite, che denunciano una difficoltà occupazione per il genere femminile pari se non addirittura superiore a quella di vent'anni fa. Nonostante i significativi progressi compiuti nell'ultimo secolo, le donne sono ancora lontane dal raggiungimento della parità di genere sul posto di lavoro, denuncia l'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo). In molte parti del mondo infatti sono ancora intrappolate in lavori poco qualificati e il loro numero di ore non retribuito è maggiore che per gli uomini.

"I nuovi dati mostrano che le donne incontrano ancora molte più difficoltà a trovare un lavoro rispetto agli uomini", sottolinea l'Ilo, aggiungendo che, secondo i nuovi dati, nel mondo il 15% delle donne in età lavorativa vorrebbe lavorare ma non può farlo, contro il 10,5% degli uomini. "Questo divario di genere è rimasto praticamente invariato per due decenni". Un fenomeno preoccupante che non solo viola i diritti fondamentali ma ha anche conseguenze rilevanti dal punto di vista economico e sociale, sottolinea il report. Le discriminazioni soffocano opportunità e rallentano un intero Paese, che si priva di risorse fondamentali per il suo progresso.

Il divario occupazionale è particolarmente grave nei Paesi a basso reddito, dove quasi un quarto delle donne non riesce a trovare un lavoro, mentre per gli uomini il tasso corrispondente è al 17%. Ma l'accesso al lavoro non è l'unico problema: le donne infatti tendono a essere sovrarappresentate in alcune tipologie di lavoro vulnerabile, come le professioni legate alla cura, l'aiuto nelle imprese familiari, il lavoro autonomo, mentre restano ancora una minoranza nei settori ingegneristici, informatici e matematici – le famose materie Stem –, sebbene il numero di studentesse iscritte in Italia stia progressivamente crescendo. È in questi ambiti che le donne riescono a chiudere il gender gap e, in certi casi, a superare gli uomini, ma purtroppo il peso dei pregiudizi e degli stereotipi preclude ancora a molte ragazze l'accesso alle facoltà scientifiche, dove le possibilità occupazionali sono più vantaggiose.

"Questa vulnerabilità, unita a tassi di occupazione più bassi, pesa sui guadagni delle donne", che spesso hanno scarsa cultura finanziaria e non sono in grado di amministrare i propri risparmi. Secondo il report di Mastercard "Donne e finanza: ritratto delle donne italiane tra inclusione e gender gap", il denaro continua a essere percepito come un facilitatore, anzi un "abilitatore alla libertà", in quanto principale motore di indipendenza finanziaria, eppure 7 donne italiane su 10 dichiarano di avere ancora una scarsa conoscenza finanziaria. Nello specifico, il 52,7% dichiara di avere una conoscenza base e il 18,2% di non saperne proprio nulla. Una realtà che accomuna purtroppo tutte le fasce d’età e che richiederebbe un investimento più sostanziale in programmi di education e awarness così da diffondere maggiormente le conoscenze basilari di personal finance e acquisire un'indipendenza finanziaria che è poi la chiave per sottrarsi a certi tipi di dinamiche tossiche.

Al divario occupazionale e alle scarse conoscenze finanziarie si aggiunge il divario retributivo che varia ampiamente tra i Paesi, con le donne che guadagnano solo 33 centesimi per dollaro nelle zone a basso reddito, ma 58 centesimi per dollaro in quelli ad alto reddito. "Questa notevole disparità di reddito è dovuta sia al basso livello di occupazione delle donne, sia ai loro salari medi più bassi quando sono impiegate" che le spinge più facilmente a rinunciare al lavoro quando si tratta di dover scegliere quale dei due genitori dovrà restare a casa a occuparsi dei figli. Dinamiche ben note che dimostrano come l'accesso (e la permanenza) nel mondo del lavoro continui a essere un problema per le donne e per la società tutta.

2023-03-19T11:42:35Z dg43tfdfdgfd