Non è la trama di una nuova serie crime, anche se il colpo di scena è degno di una sceneggiatura hollywoodiana. Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi e la condanna di Alberto Stasi, il delitto di Garlasco torna sulle scrivanie della Procura di Pavia che ha riaperto le indagini e ha iscritto nel registro degli indagati Andrea Sempio con l'accusa di omicidio in concorso con Stasi o con soggetti ancora ignoti. Ecco cosa sta succedendo.
È il 13 agosto 2007 quando nella sua villetta di Garlasco, Chiara Poggi perde la vita dopo essere stata aggredita con un oggetto contundente mai identificato né ritrovato. Le indagini si concentrano subito sul fidanzato della vittima Alberto Stasi, il primo a trovare il corpo e ad allertare i soccorsi. Dopo diversi gradi di giudizio, Stasi viene condannato in via definitiva nel 2015 dalla Corte Suprema di Cassazione a 16 anni di reclusione.
L'imputato, oggi 41 anni, non ha mai confessato il delitto proclamandosi innocente e il suo team di avvocati non si è mai arreso. Nel 2016, i suoi legali presentano una perizia genetica che indica che il DNA ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi apparterrebbe a un conoscente della vittima, Andrea Sempio amico di Marco Poggi, fratello minore di Chiara. L'inchiesta viene archiviata il 2 marzo 2017 con Sempio che ha poi querelato i legali di Stasi per calunnia).
L'11 marzo 2025 arriva a sorpresa la notizia dell’avviso di garanzia notificato ad Andrea Sempio per omicidio in concorso. Al centro delle indagini sempre il campione di DNA che oggi, grazie a tecnologie più avanzate, sarebbe perfettamente utilizzabile a fini giuridici. Al vaglio degli inquirenti anche alcune telefonate di Sempio a casa Poggi effettuate alcuni giorni prima del delitto quando l'amico Marco si trovava in montagna. All'epoca dei fatti, però, Sempio aveva fornito un alibi: lo scontrino di un parcheggio a Vigevano esibito nell'ottobre 2008 davanti ai carabinieri.
L'avvocato dell'indagato, Massimo Lovati, ha dichiarato che il suo assistito è "allibito e sconvolto" da questa svolta nelle indagini. Come ricostruito dal Corriere della Sera, in un primo momento, Sempio si era rifiutato di sottoporsi al prelievo del DNA, ma in seguito, dopo aver ricevuto l’ordinanza di prelievo coattivo, ha accettato di presentarsi in caserma per il test previsto giovedì 13 marzo.
"Dopo diciotto anni sia io che mia moglie che nostro figlio pensavamo che fosse finita", ha dichiarato a Repubblica, Giuseppe Poggi, il padre di Chiara. "Siamo rimasti di sasso, nessuno ci aveva detto niente [...] Ritrovarsi di nuovo immersi in questa storia non ci fa bene. È come una ferita mai completamente cicatrizzata che all'improvviso si riapre. Brucia. Non farà bene nemmeno a Marco".
Alberto Stasi, che dal 2023 sta usufruendo dei benefici carcerari, a breve finirà di scontare la sua pena nel carcere milanese di Bollate. Il fine pena di Stasi, ricorda Il Messaggero è previsto nel 2030, ma per buona condotta con lo scomputo di 45 giorni di liberazione anticipata ogni 6 mesi lo potrà anticipare nel 2028. Chiedendo l’affidamento in prova, di cui maturerà il diritto a giugno, gli ultimi anni di pena potrebbero finire per lui ai lavori socialmente utili. "Alberto è molto razionale ormai ha praticamente scontato la sua pena ed è fiducioso, le parole della sua avvocata Giada Bocellari all'Ansa, "però vuole che sia fatta giustizia, perché lui si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda".
2025-03-12T13:03:16Z